http://www.terrapub.co.jp/journals/EPS/pdf/2004e/5612e041.pdf
Si tratta di "Understanding the 'SEKKI' phenomena in Japanese historical literatures based on the modern science of low-latitude aurora", uscito alle pp. e41-e44 del n. 56 del 2004 della rivista Earth Planets Science. Gli Autori sono Yoh Nakazawa, insegnante di scuola superiore, Toshimi Okada, della Facoltà d'Ingegneria dell'Università della Prefettura di Toyama e Kazuo Shiokawa, del Laboratorio per l'ambiente terrestre-solare dell'Università Nagoya.
Sebbene per il Giappone siano note numerose aurore spettacolari osservate alle latitudini più elevate, il fenomeno si è verificato in località poste assai più a sud sia in tempi recenti sia, con effetti vistosissimi, nel passato anche remoto.
A questo proposito, gli Autori hanno preso in considerazione le descrizioni letterarie disponibili meglio utilizzabili a fini analitici circa un fenomeno che in giapponese è denominato sekki, ossia "aria rossa". Sono stati valutati in modo particolare sedici episodi di sekki verificatisi fra il 1150 ed il 1859. In essi si verificarono manifestazioni luminose ionosferiche spettacolari a latitudini comprese fra 36.6° e 34.2° (per intendersi, sino ad un'altezza pari a quella della Tunisia centrale).
Dopo una valutazione delle caratteristiche fenomenologiche e delle relative estrapolazioni in termini di emissioni atomiche in funzione dei colori prevalenti e di effetti percepiti dai testimoni, lo studio si sofferma ancora di più su due eventi, ricchi d'insegnamenti in modo speciale, verificatisi nel 1204 e nel 1770.
La conclusione è che queste antiche descrizioni fatte da eruditi locali si riferiscono davvero a casi di eccezionali aurore visibili a latitudini insolite. Dunque, la prosecuzione odierna delle misurazioni di osservazioni analoghe sul territorio giapponese dovrebbe essere importantissima per lo studio di meccanismi magnetosferici specifici per queste occasioni.
Il fenomeno delle aurore a latitudini basse è naturalmente di particolare rilievo anche per un Paese come l'Italia, il cui territorio si estende in lunghezza verso sud fin quasi a 36.5° di latitudine. Purtroppo, finora nessun geofisico ha realizzato un catalogo delle aurore osservate da noi nel passato lontano o in quello recente.