Ricorre in questi giorni il duecentesimo anniversario dalla nascita di Giuseppe Barilli, alias Quirico Filopanti.
Non è questa, forse, la sede giusta per cercare di abbozzare o tracciare il profilo di questo scienziato della provincia di Bologna, nato nei pressi di Budrio, nella frazione di Riccardina, il 20 aprile 1812, laureato in matematica e filosofia nel 1834. Tre anni dopo utilizzò per la prima volta lo pseudonimo Filopanti, ovvero, colui che ama tutti.
Meglio lasciare al navigatore di internet il piacere di approfondire questo poliedrico uomo di scienza, uomo di tecnica, uomo di pensiero e di filosofia e, infine, uomo in politica.
Meglio lasciare al navigatore di internet il piacere di approfondire questo poliedrico uomo di scienza, uomo di tecnica, uomo di pensiero e di filosofia e, infine, uomo in politica.
Noi lo abbiamo ritrovato nella campagna bolognese di metà '800, mentre cercava un approccio di tipo scientifico ad un vecchio e mai completamente spiegato, ancor oggi in modo definitivo, fenomeno che è stato segnalato più volte nella bassa atmosfera e che pare particolarmente correlato al suolo, sia semplicemente composto da terreno sia ricoperto di acqua: il Fuoco Fatuo.
Un evento comunemente e immediatamente associato nell'immaginario collettivo, più agli aspetti animistici della sopravvivenza di un qualcosa alla morte degli esseri umani, che ad un evento fisico. Insomma, più apparizioni fantasmatiche che fenomeni fisici.
Spesso, anche, eventi testimoniati da singoli individui nei pressi di cimiteri. Quindi in posti isolati e poco frequentati, e, di notte, scarsamente illuminati, ciò particolarmente dopo l'editto di Saint Cloud di Napoleone del 1804 che pose termine alle sepolture all'interno e nelle vicinanze delle chiese e le permise solo in zone esterne al recinto urbano.
Spesso, anche, eventi testimoniati da singoli individui nei pressi di cimiteri. Quindi in posti isolati e poco frequentati, e, di notte, scarsamente illuminati, ciò particolarmente dopo l'editto di Saint Cloud di Napoleone del 1804 che pose termine alle sepolture all'interno e nelle vicinanze delle chiese e le permise solo in zone esterne al recinto urbano.
Attirato dai racconti di alcuni colleghi e amici, osservatori di eventi molto simili a quelli descritti per i "fuochi fatui", Filopanti esprime tutto il suo convinto empirismo cercando di "catturare" uno di questi fenomeni, o almeno osservarlo con spirito critico e parecchie nozioni scientifiche, come è possibile leggere direttamente dalla sua penna:
"Un posto ricco di fuochi è la Parrocchia di San Donino [San Donnino n.d.r.], in particolare presso la piccola chiesa dell'Ascensione, due miglia o meno da Bologna, più precisamente nelle vicinanze di un macero di canapa situato presso il ruscello in cui anni fa furono trovati dei calici d'argento, belle opere antico-romaniche alle quali aveva dato la luce il Prof. Bianconi.
La parrocchia di S.Donnino oggi
La parrocchia di S.Donnino ai tempi di Filopanti.
Sul fondo probabilmente la "piccola chiesa dell'Ascensione"
Sul fondo probabilmente la "piccola chiesa dell'Ascensione"
La frazione bolognese di S.Donnino oggi |
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libera versione in italiano moderno del testo pubblicato su
NUOVI ANNUALI DELLE SCIENZE NATURALI,
anno III, tomo V, 22 febbraio, 25 ed ultima Sessione,
21 maggio 1840; pp.128-132.
Bologna 1841, per i tipi di Jacopo Marsigli.
... due o tre spunti per una navigazione in internet su Quirico Filopanti
http://www.media.inaf.it/2012/03/14/linfinito-di-tutti/