sabato 12 aprile 2008

SOSO: REGISTRATO BOLIDE 11 APRILE 2008

Smart Optical Sensors Observatory ha registrato, dalla sua postazione in località Idice (San Lazzaro di Savena, Bologna) la sera di venerdì 11 aprile un bolide. Alle ore 23:17 (ora UTC) il bolide ha percorso a velocità relativamente ridotta alcuni gradi della volta celeste uscendo dalla zona inquadrata dalla telecamera automatica del sistema.
E' in corso la raccolta di dati e un report è previsto nei prossimi giorni.
Presentiamo una sequenza di tre immagini




NUBI SISMICHE: OSSERVAZIONI DI SCIENZIATI CINESI

Le manifestazioni di peculiari formazioni di nubi (EQC, Earthquake Clouds) o di nebbie (EQF, Earthquake Fogs) durante o subito prima lo scatenamento di alcuni eventi sismici costituiscono alcuni degli aspetti più sconcertanti dell'intero problema delle anomalie osservabili otticamente in connessione con i terremoti.

Nel numero 2615 dell'11 aprile 2008, il periodico inglese di divulgazione New Scientist ha pubblicato a pagina 12 un breve articolo di Lynn Dicks intitolato "Curious cloud formations linked to quakes". Lo potete leggere a questo link:

http://environment.newscientist.com/article/mg19826514.600-curious-cloud-formations-linked-to-quakes.html

Stando agli studi di alcuni geofisici cinesi sarebbe stato possibile individuare un particolare comportamento delle formazioni nuvolose presenti sopra una faglia attiva in Iran alla vigilia di due importanti scosse verificatesi in anni recenti in quel Paese.

Guangmeng Guo e Bin Wang, che lavorano alla Nanyang Normal University di Henan, hanno notato che la coltre nuvolosa presente sull'Iran nel dicembre 2004, coltre rilevata da satelliti meteorologici geostazionari, presentava dei "buchi" di alcune centinaia di chilometri sul sud del Paese. Queste "lacune" non sembravano spiegabili in termini di dinamica atmosferica ed erano rimaste visibili per parecchie ore immobili sugli stessi punti - lungo la faglia più importante di quella regione - sebbene le formazioni di nubi ad esse circostanti continuassero a muoversi.

Allo stesso tempo, le immagini termiche del suolo mostravano temperature assai più alte lungo le strutture tettoniche della faglia che rispetto alle aree circostanti.

Il 22 febbraio del 2005, ossia sessantanove giorni dopo, nella faglia si liberava un sisma di magnitudo 6,4 che provocava oltre seicento morti.

Il fenomeno anomalo si sarebbe ripetuto con caratteristiche simili il 25 dicembre 2005. In quest'occasione, sessantaquattro giorni dopo la regione sarebbe stata colpita da un terremoto di magnitudo 6,0.

La presentazione fatta da New Scientist non è altro che una sintesi del lavoro di Guo e Wang, che sotto il titolo "Cloud anomaly before Iran earthquake" è uscito alle pagine da 1921 a 1928 del vol. 29, n. 7 dell'aprile 2008 della rivista International Journal of Remote Sensing, periodico della "Remote Sensing and Photogrammetry Society", il cui abstract ed i cui riferimenti potete leggere alla pagina:

http://www.informaworld.com/smpp/content?content=10.1080/01431160701373762

Dopo aver ricordato che le prime anomalie termiche e nelle formazioni nuvolose in precedenza ai sismi erano state registrate da scienziati russi negli anni '80 del secolo scorso, gli Autori fanno notare che mentre sono stati fatti progressi nel primo ambito, le EQC sono state descritte assai di rado. Adesso, però, sarebbe possibile ipotizzare lo svolgimento di analisi combinate di dati derivanti da misurazioni geofisiche, da quelli del comportamento termico del suolo e della bassa atmosfera e dalla presenza di anomalie nella copertura nuvolosa, al punto da poter supporre che responsabili del fenomeno delle EQC possano essere emissioni di gas caldi dalle faglie che provocherebbero anomalie strutturali e chimiche delle nubi sovrastanti sino alla loro evaporazione.

Da parte sua, nella presentazione del lavoro dei geofisici cinesi il commentatore di New Scientist segnala come il modello degli ioni carichi positivamente, elaborato da Friedemann Freund, oggi presso l'Ames Research Center della NASA di Moffett Field, in California, modello assai dibattuto negli ultimi tre anni, appaia poco adatto a spiegare fenomeni come le EQC, visto che gli ioni di solito contribuiscono alla formazione delle nubi, non alla loro dissoluzione.

Studiosi come il geologo Mike Blanpied, del programma di studio sui rischi sismici dello US Geological Survey hanno commentato in modo scettico il lavoro dei due cinesi, accennando alla mancanza di un modello fisico in grado di spiegare perché "qualche cosa possa accadere d'improvviso due mesi prima di un terremoto per poi spegnersi e non verificarsi di nuovo".

Fra le numerosi reazioni telematiche da parte dei lettori dell'edizione on line di New Scientist, quella di un utente secondo il quale Guo e Wang avrebbero accumulato dei dati in realtà frutto del caso, "come fanno gli ufologi".