Dopo una prima notizia apparsa sull'edizione on-line del Gazzettino, Gazzettino.it il giorno precedente, il 25 gennaio 2011 un sito internet che si occupa di problematiche legate alla protezione civile ha diffuso la notizia secondo la quale nella località di Fadalto, che si trova nel comune di Vittorio Veneto (Treviso) e che insiste nell’area della val Lapisina, forse da settimane la popolazione era in allarme a causa del ripetersi di “boati” o “esplosioni” simili a quelle nelle gallerie minerarie, percepiti in orari diurni e notturni ed in apparenze provenienti dal sottosuolo. Anche i vetri avrebbero tremato per le esplosioni. Nell’esprimere la sua preoccupazione il sindaco di Vittorio Veneto dichiarava che l’origine dei boati sembrava riconducibile al sottosuolo ed anche ad eventi avvenuti ad una certa profondità piuttosto che a qualcosa verificatasi in superficie.
Alcuni geologi intervenuti a titolo personale per esprimere un parere avrebbero dichiarato di escludere un’origine sismica dei fenomeni. A loro avviso sarebbe piuttosto plausibile pensare a cause di natura freatica, ossia a dinamiche legate a movimenti di una falda acquifera della zona.
E’ da notare che in località Fadalto sorge una centrale idroelettrica dell’ENEL da 240 MW che comporta la presenza di una diga con un salto di 96 metri e quella di un lago artificiale (il lago di Santa Croce) con una galleria di derivazione di 2531 metri. Presso il lago si trovano le opere di presa della centrale, attiva dal 1971.
Il 29 gennaio il quotidiano La Tribuna di Treviso ha poi riferito che nella zona erano stati diffusi volantini anonimi la cui attendibilità rimane inverificabile, secondo la quale negli stessi giorni dei boati si sarebbero verificati altri due generi di eventi.
1) Fenomeni luminosi in atmosfera: nelle notti del 23, 25 e 26 gennaio un “oggetto volante con luminescenze dal rosso all’indaco” sarebbe stato osservato da testimoni imprecisati;
2) Fenomeni di luminescenza ed idrodinamici dell’acqua di un lago: dal vicino lago Morto sarebbero stati visti sollevarsi spruzzi e sulla superficie formarsi dei “cerchi fosforescenti”.
Secondo il quotidiano trevigiano i boati durerebbero da settimane e sarebbero particolarmente evidenti in ore notturne.
Il 30 gennaio, oltre a riferire la prosecuzione dei boati, il quotidiano “Il Gazzettino” ha intervistato il geologo Gino Lucchetta, assessore comunale a Pieve di Soligo (TV) e vice-presidente della comunità montana nella cui giurisdizione ricade Fadalto.
Lucchetta ha dichiarato che:
a) pare escludersi un’origine superficiale dei fenomeni. Nessuna coincidenza, in seguito alle verifiche fatte, emerge con manovre dell’ENEL nelle gallerie della centrale idroelettrica o con attività nelle cave del Col del Vi, poste sopra Fadalto.
b) I fenomeni acustici sembrano essere avvertiti in prevalenza tra le 19 e le 23 oppure fra le 06.30 le le 08.00.
c) Il 23 gennaio i sismografi posti in zona hanno registrato un movimento a dieci chilometri di profondità, ma senza che fosse possibile connetterla in alcun modo alla fenomenologia.
d) Circa eventuali legami con attività carsiche, regolarità degli orari e ripetitività dei fatti renderebbe l’ipotesi poco praticabile.
e) Lucchetta ha infine ipotizzato la possibilità che si tratti di frane di grandi proporzioni in corso in alta quota, ad esempio sui versanti del Col Visentin e del Pizzoc.
f) Geologi del Dipartimento Geologia della Regione Trentino-Alto Adige hanno riferito a Lucchetta che eventi simili ma di durata limitata si erano già registrati in zona nel passato.
Anche a prescindere dall’attendibilità di queste ultime notizie di stampa, gli eventi di queste settimane paiono riportare in primo piano un genere di fenomenologia di competenza del CIPH: i brontidi.
Questo è il nome con il quale il CIPH individua una vasta gamma di fenomeni acustici, a volte di carattere esplosivo, a volte simili a rombi prolungati o a prolungati toni di frequenza bassa, altre a ronzii o a curiose vibrazioni la cui collocazione varia, secondo le descrizioni, nel sottosuolo o nell’atmosfera.
Le ipotesi di lavoro più interessanti per il CIPH afferiscono sia alla possibile natura elettrofonica di almeno parte dei brontidi, sia alle possibili dinamiche geofisiche e di fisica atmosferica che potrebbero presiedervi.
In alcuni casi, fenomeni di tipo EL (Earth Lights) sono stati associati ai brontidi.
La fenomenologia di Fadalto pare mostrare speciali analogie con quanto si verificò per almeno due anni, ossia tra il 1965 ed il 1967, nelle zona di Entracque e di Valdieri (Cuneo), nell’alta val Gesso.
Le fonti di stampa del tempo (Stampa Sera del 12-13 e del 16-17 aprile 1966; La Stampa del 12 maggio, del 2 novembre 1966, del 7 e del 15 marzo 1967) riferiscono di innumerevoli boati ritenuti di evidente origine sotterranea che si accompagnavano a vibrazioni di natura pseudo-sismica che in certe occasioni giunsero al punto da generare danni lievi a manufatti ed a costruzioni oltre che conseguenze di vasta portata sociale sull’economia, sul benessere psichico e sulle attività della popolazione.
Vi furono vaste attività d’indagine da parte di geologi inviati pure dall’Istituto Nazionale di Geofisica ed un’interrogazione parlamentare alla Camera con la quale il 14 aprile 1966 si chiese la sospensione dell’attività della vicina centrale idroelettrica ENEL di Andonno, nel territorio comunale di Valdieri, alimentata da una galleria proveniente dalla diga delle Piastre. Come oggi per Fadalto, la centrale si trova nei pressi delle località nelle quali si verificavano i fenomeni e che era sospettata esserne all’origine. La produzione di energia fu in effetti sospesa il 1° maggio ma i boati e le vibrazioni continuarono ad essere percepiti ad intermittenza.
Gli eventi ripresero più evidenti, a quanto pare dopo un periodo di cessazione, nell’ottobre dello stesso anno ma senza alcuna apparente relazione con le attività della centrale, che erano riprese il 1° settembre.
Le indagini dell’ENEL propesero per un’origine “sismica” degli eventi.
Altre ondate di boati si ebbero ancora nel marzo 1967. In quell’occasione fu addirittura emessa da parte del sindaco di Entracque un’ordinanza di chiusura temporanea delle scuole comunali e si ebbero proteste di massa da parte degli abitanti delle due cittadine.
Non è noto quando i fenomeni del cuneese si estinsero.
I brontidi furono oggetto di una certa attenzione da parte degli studiosi di scienze della terra in specie tra la fine del XIX secolo e gli anni ’30 del XX, al punto da produrre una bibliografia scientifica o comunque derivante da pubblicazioni di buon livello culturale.
In quella fase erano ritenuti in genere attinenti alla sismologia ed erano studiati perché ritenuti una possibile porta d’accesso alla previsione dei terremoti.
L’evidente impossibilità – almeno per il tempo – di legarli a dinamiche sismiche o comunque a tensioni tettoniche li relegò ben presto al ruolo di semplici curiosità.
Oggi almeno in Europa alcuni fattori fondamentali sembrano giocare a sfavore di un ritorno d’attenzione per i brontidi: l’intensissima antropizzazione del territorio rende spesso impossibile distinguere suoni di origine naturale da quelli di origine artificiale.
D’altro canto, le possibilità di rilevare in modo automatico eventi di questo tipo dovrebbe essere ormai alla portata sia delle istituzioni pubbliche sia di privati.
Il CIPH sta seguendo gli eventi di Fadalto con attenzione e si sta attivando per ottenere dati oggettivi significativi.