Questa volta, con il saggio "On a Triangulation of an Alleged Hessdalen Light", pubblicato sul sito del CIPH-SOSO all’url:
è il ricercatore Matteo Leone a rispondere al lungo articolo della ricercatrice americana Marsha Adams "Characteristics of the August 7, 2002 recurring Hessdalen Light determined by video and triangulation" contenuto alle pp. 107-133 dei "Proceedings dell’International Project Hessdalen Workshop" pubblicati all’inizio dell’autunno scorso. Lo studio di Adams verte sulle caratteristiche della registrazione a suo tempo effettuata da Massimo Teodorani.
Adams aveva sostenuto che sia M. Leone sia M. Teodorani avevano ragione circa la natura dei fenomeni luminosi in discorso.
Secondo le sue analisi, infatti, si può supporre che i due abbiano osservato luci differenti: il primo, dei fari d’automobile; il secondo, un vero HP (fenomeno di Hessdalen), fotografato da M. Teodorani, che ne ricavò anche lo spettro.
M. Leone ribadisce ora che sia i dati video sia quelli ottici ottenuti il 6-7 agosto del 2002, sia quelli ricavati il 15 agosto 2002 mediante triangolazione confermano l’ipotesi che i fenomeni di quell’estate possono ricondursi a fari di automobili, sostenendo anzi che lo studio di M. Adams è stato assai utile per individuare la stradina di campagna su cui probabilmente transitavano i veicoli responsabili di quelle registrazioni.
Entrambi gli articoli mettono in risalto in modo indiretto i problemi metodologici nella raccolta di certi dati relativi ad eventi dalla vita assai breve come Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera - FLTA - in particolare le difficoltà nel collaudare un metodo per la raccolta dei dati ottici (questione messa in luce anche da un articolo, pubblicato sul sito CIPH, del ricercatore Michele Moroni: "About the Hessdalen debate", 2003 ), la mancanza di una vera e propria triangolazione e la difficoltà di ottenere un dibattito "educato" secondo i canoni delle convenzioni scientifiche.
Quanto sopra ha forse contribuito a creare difficoltà supplementari e a non far intravedere una soluzione univoca per il complicato dibattito.
Ne risulta ancor più confermata l’esigenza di registrare certi eventi FLTA attraverso un insieme di strumenti operanti nelle più varie gamme dello spettro elettromagnetico per ottenere dati seriamente correlabili.
Il CIPH deve comunque ringraziare M. Adams ed M. Leone per aver ricondotto la discussione precedente (vedi: "CIPH Forum ICPH") nei giusti binari .
(Redazione: Renzo Cabassi, Nico Conti, Giuseppe Stilo)
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