I lampi dei Gamma-Ray sono fenomeni ad elevata energia, che di solito provengono dallo spazio, e si ritengono localizzati nelle vicinanze dei buchi neri o di altri fenomeni cosmici ad elevata energia.
All'inizio degli anni '90 gli scienziati furono sorpresi nel ritrovare lampi di Gamma-Ray nel cielo terrestre.
Essi sono appunto denominati TGFs (Terrestrial Gamma-Ray Flashes) e si sa ancora molto poco di loro, anche se sembra che siano connessi ai lampi.
Molte sono le domande che la comunità scientifica si pone: cosa causa questi lampi ad elevata energia? Sono i fulmini che li innescano o loro che triggerano i lampi? Possono essere i responsabili di certe particelle ad alta energia della fascia di Van Allen che causano danni ai satelliti?
Doug Rowland (Goddard Space Flight Center della Nasa) e i suoi colleghi, assieme al Siena College, alla Universities Space Research Association, e al Hawk Institute for Space Sciences stanno pianificando il lancio di un piccolo satellite della dimensione di poco più di un pallone da football americano (lunghezza circa 33 cm) denominato Firefly per il 2010-2011.
Ulteriori notizie da parte di Patrick Barry , sul sito della NASA , fonte di questa informazione.
Essi sono appunto denominati TGFs (Terrestrial Gamma-Ray Flashes) e si sa ancora molto poco di loro, anche se sembra che siano connessi ai lampi.
Molte sono le domande che la comunità scientifica si pone: cosa causa questi lampi ad elevata energia? Sono i fulmini che li innescano o loro che triggerano i lampi? Possono essere i responsabili di certe particelle ad alta energia della fascia di Van Allen che causano danni ai satelliti?
Doug Rowland (Goddard Space Flight Center della Nasa) e i suoi colleghi, assieme al Siena College, alla Universities Space Research Association, e al Hawk Institute for Space Sciences stanno pianificando il lancio di un piccolo satellite della dimensione di poco più di un pallone da football americano (lunghezza circa 33 cm) denominato Firefly per il 2010-2011.
Ulteriori notizie da parte di Patrick Barry , sul sito della NASA , fonte di questa informazione.
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