Dal report di Cristiano Fidani inoltrato al CIPH-SOSO il 10 marzo 2008
Dal 12 febbraio di quest'anno è attivo anche a Perugia un sistema di registrazione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza in atmosfera. Questa iniziativa è stata intrapresa dal dott. Cristiano Fidani (*), studioso della fisica dei terremoti, attualmente collaboratore dell'Università di Perugia nella ricerca degli effetti sulla ionosfera dei fenomeni tellurici.
L'iniziativa è stata motivata dalla mancanza di studi approfonditi dei molti fenomeni elettrici che avvengono in atmosfera e che sono stati osservati in concomitanza con i maggiori terremoti in ogni regione della terra. Obiettivo dell'iniziativa è determinare, se esistono, delle caratteristiche peculiari dei segnali elettrici associati ai fenomeni sismici.
Questo studio è assai antico e risale alla metà del diciottesimo secolo. Esso si sviluppò fortemente in Italia perché durate il 1700 il nostro paese fu ripetutamente colpito da terremoti catastrofici e furono registrate innumerevoli manifestazioni riconducibili all'elettricità atmosferica; d'altra parte l'ambiente scientifico italiano dopo la rivoluzione illuminista costituì un fertile terreno su cui queste ricerche poterono attecchire. Uno dei primissimi ad indagare i fenomeni elettrici in atmosfera, Padre Andrea Bina, fu anche l'ideatore del primo sismografo proprio a Perugia (info: qui).
Le ricerche moderne hanno messo in evidenza la difficoltà di spiegare tali fenomeni attraverso sorgenti elettromagnetiche poste nel sottosuolo. Infatti, le caratteristiche di forte assorbimento elettromagnetico della crosta terrestre sembrano impedire la trasmissione di campi elettromagnetici dalla zona ipocentrale alla superficie se non in particolari condizioni. Inoltre, recenti risultati nello studio di perturbazioni a bassisima frequenza, che dovrebbero essere poco attenuate dalla crosta terrestre, hanno rimesso in dubbio la registrazione che costituisce uno degli esempi più eclatanti di queste misure (info: qui).
Si sono sviluppate, parallelamente alle prime, delle ipotesi sul flusso di gas e cariche eletttriche migranti verso la superficie dalla regione ipocentrale, che offrono nuove possibilità di generazione di segnali elettromagnetici. Ad esempio, il gas Radon in atmosfera produce ionizzazione e questa può dar luogo a scariche elettriche e trasformarsi in una sorgente elettromagnetica su un ampio spettro di frequenze.
Da tali considerazioni sembra possibile ripensare ai fenomeni elettromagnetici associati ai terremoti come verificantesi anche in atmosfera, per questo può essere utile uno studio del campo elettrico su ampio spettro.
Lo strumento attivo a Perugia è capace di monitorare lo spettro elettromagnetico, con maggiore sensibilità sulla componente elettrica, fra 4Hz e 2700Hz. Esso registra su due canali l'ampiezza delle polarizzazioni del campo elettrico approssimativamente nelle direzioni est-ovest e nord sud, con una frequenza di campionamento di 5512Hz a 16bit e ne salva gli spettrogrammi in un hard disk.
La sua attivazione è seguita ad un periodo di circa tre mesi di sperimentazione nel sito di Perugia e in base all'esperienza maturata dall'autore con un altro strumento costruito nelle Marche e in funzione 24 ore su 24 da più di un anno nella zona di Fermo.
(*) Cristiano Fidani è l'autore del volume Ipotesi sulle anomalie elettromagnetiche associate ai terremoti (2005)
Dal 12 febbraio di quest'anno è attivo anche a Perugia un sistema di registrazione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza in atmosfera. Questa iniziativa è stata intrapresa dal dott. Cristiano Fidani (*), studioso della fisica dei terremoti, attualmente collaboratore dell'Università di Perugia nella ricerca degli effetti sulla ionosfera dei fenomeni tellurici.
L'iniziativa è stata motivata dalla mancanza di studi approfonditi dei molti fenomeni elettrici che avvengono in atmosfera e che sono stati osservati in concomitanza con i maggiori terremoti in ogni regione della terra. Obiettivo dell'iniziativa è determinare, se esistono, delle caratteristiche peculiari dei segnali elettrici associati ai fenomeni sismici.
Questo studio è assai antico e risale alla metà del diciottesimo secolo. Esso si sviluppò fortemente in Italia perché durate il 1700 il nostro paese fu ripetutamente colpito da terremoti catastrofici e furono registrate innumerevoli manifestazioni riconducibili all'elettricità atmosferica; d'altra parte l'ambiente scientifico italiano dopo la rivoluzione illuminista costituì un fertile terreno su cui queste ricerche poterono attecchire. Uno dei primissimi ad indagare i fenomeni elettrici in atmosfera, Padre Andrea Bina, fu anche l'ideatore del primo sismografo proprio a Perugia (info: qui).
Le ricerche moderne hanno messo in evidenza la difficoltà di spiegare tali fenomeni attraverso sorgenti elettromagnetiche poste nel sottosuolo. Infatti, le caratteristiche di forte assorbimento elettromagnetico della crosta terrestre sembrano impedire la trasmissione di campi elettromagnetici dalla zona ipocentrale alla superficie se non in particolari condizioni. Inoltre, recenti risultati nello studio di perturbazioni a bassisima frequenza, che dovrebbero essere poco attenuate dalla crosta terrestre, hanno rimesso in dubbio la registrazione che costituisce uno degli esempi più eclatanti di queste misure (info: qui).
Si sono sviluppate, parallelamente alle prime, delle ipotesi sul flusso di gas e cariche eletttriche migranti verso la superficie dalla regione ipocentrale, che offrono nuove possibilità di generazione di segnali elettromagnetici. Ad esempio, il gas Radon in atmosfera produce ionizzazione e questa può dar luogo a scariche elettriche e trasformarsi in una sorgente elettromagnetica su un ampio spettro di frequenze.
Da tali considerazioni sembra possibile ripensare ai fenomeni elettromagnetici associati ai terremoti come verificantesi anche in atmosfera, per questo può essere utile uno studio del campo elettrico su ampio spettro.
Lo strumento attivo a Perugia è capace di monitorare lo spettro elettromagnetico, con maggiore sensibilità sulla componente elettrica, fra 4Hz e 2700Hz. Esso registra su due canali l'ampiezza delle polarizzazioni del campo elettrico approssimativamente nelle direzioni est-ovest e nord sud, con una frequenza di campionamento di 5512Hz a 16bit e ne salva gli spettrogrammi in un hard disk.
La sua attivazione è seguita ad un periodo di circa tre mesi di sperimentazione nel sito di Perugia e in base all'esperienza maturata dall'autore con un altro strumento costruito nelle Marche e in funzione 24 ore su 24 da più di un anno nella zona di Fermo.
(*) Cristiano Fidani è l'autore del volume Ipotesi sulle anomalie elettromagnetiche associate ai terremoti (2005)
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