mercoledì 14 novembre 2007

LE “SHINIES”: PRESUNTE EL (EARTH LIGHT) DELL’OREGON SUD-OCCIDENTALE

La IEA (International Earthlight Alliance) è uno dei pochissimi gruppi al mondo che ha per scopo lo studio di uno dei fenomeni di cui si occupa anche il CIPH. La IEA è diretta dalla biologa e geofisica Marsha Hancock Adams, un cui saggio è apparso quest’anno nei Proceedings dell’International Project Hessdalen Workshop, tenutosi al Visitor Center del Radiotelescopio di Medicina (Bologna) il 17 giugno 2006.
Il sito del gruppo di Adams è raggiungibile qui:

http://www.earthlights.org/

Pochi mesi fa, all’url:

http://www.earthlights.org/pdf/Shinies.pdf

è stato pubblicato un rapporto di nove pagine in formato pdf, intitolato Grave Creek “shinies”, firmato da un certo Ron Wilder e datato luglio 2007.
In esso Wilder, che è un ex-dirigente di ricerca di una ditta di software descrive i suoi avvistamenti e gli accertamenti condotti su una presunta EL che si manifesterebbe in una zona dell’Oregon sud-occidentale all’incrocio tra il corso inferiore del fiume Rogue con l’altura del Whiskey Creek, poco a nord della cittadina di Galice. La località precisa si chiama Grave Creek Bridge. Potete vederla puntando Google Earth sulle coordinate 42° 38’ 55.56” N, 123° 35’ 05.93” W.
Wilder avrebbe dapprima appreso del manifestarsi di presunte, piccole sfere luminose che lui chiama Shinies (“bagliori”) da un conoscente che le avrebbe viste vicino al suolo insieme con un amico (anche dentro una tenda) Poi avrebbe fatto due avvistamenti diretti nel periodo nell’estate 2003, mentre un suo compagno gli ha descritto un curioso effetto fisiologico da lui constatato nell’aprile 2004.

Primo avvistamento: tramonto di una sera del luglio o agosto del 2003, in località Whiskey Creek. Wilder osserva una sfera del diametro di circa 8 cm, auto-luminosa, fluttuare a circa 30-60 cm da terra, simile ad una perfetta bolla di sapone. Si sposta ad una velocità di circa 30cm/s, segue un sentiero e poi raggiunge un albero. Sale fino alla cima e rimane immobile, poi sparisce.

Secondo avvistamento: la seconda sera della stessa spedizione, nella vicina località di Rainie Falls, Wilder, svegliatosi di notte, poco dopo le 4 osserva due luci che ammiccano sopra una capanna di legno a meno di 20 m da lui. Si trovano a circa 60 cm sopra la costruzione e si muovono verso il fiume, distante non più di 20 m. Si avvicinano al corso d’acqua come “saltellando” e continuando ad ammiccare tenendosi ad un’altezza dal suolo fra i 2 ed i 3,5 m, separate fra loro di circa 60 cm. Si fermano sopra una roccia posta nell’acqua. Poi Wilder scorge un altro gruppo di luci più distanti, lungo un costone del monte. Fluttuano ad altezza costante e spariscono dietro un gruppo di alberi per ricomparire poco dopo. Intanto la prima coppia di shinies è sparita e lo stesso farà l’altro gruppo.

Effetto fisiologico: Nell’aprile del 2004, a Whiskey Creek, mentre Wilder dorme nel suo sacco a pelo, intorno alle 01.10 un amico che è con lui avverte la sensazione di avere il corpo attraversato da fortissima una corrente elettrica. Trema tutto per parecchi secondi e pensa di stare per morire fulminato, ma non subisce alcun danno. Non vedono nulla, ma il testimone si trovava a dormire esattamente in un punto posto lungo il percorso seguito dalla luce vista da Wilder nella prima occasione.

In seguito Marsha Adams ha rivolto a Wilder, per conto dell’IEA, diverse domande destinate a chiarire le caratteristiche delle EL avvistate. Il testimone non è stato in grado di dire molto del colore perché affetto da un certo grado di daltonismo, ma ha parlato a lungo della perfetta forma sferica del fenomeno del primo avvistamento e del fatto che appariva trasparente, anche se non ricorda di aver visto i dettagli del panorama attraverso di esse.
Nel secondo caso invece le due luci sopra la capanna gli ricordarono i fari posteriori di un’auto, giallastre come lampadine al tungsteno che non irradino tutta la loro potenza luminosa per via della batteria semi-esaurita. Il gruppo più numeroso appariva invece bianchissimo.
Per quanto interessante, quella descritta è comunque solo un’evidenza testimoniale ottenuta in modo casuale, senza alcun disegno di ricerca esplicitato, in mancanza di tecniche precise o di strumentazioni. La sua importanza, almeno per ora, è assai relativa.

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