giovedì 31 luglio 2008

NUOVO RAPPORTO SU UN FENOMENO AEREO NON IDENTIFICATO OSSERVATO DA UN AEREO

Questo blog si occupa di rado di fenomeni aerei non identificati (UAP) riconducibili con più difficoltà alle categoria delineate dal documento LTPA: L'AREA DEI FENOMENI D'INTERESSE DEL CIPH. Lo fa soltanto quando studi d'insieme e rapporti su singole osservazioni di UAP presentano qualità particolarmente elevata.

E' il caso del lavoro Report on Aerial Phenomena Observed near the Channel Islands, UK, April 23 2007, voluminosa opera degli ufologi Jean-Francois Baure, David Clarke, Paul Fuller e Martin Shough.

Esso descrive in dettaglio quanto gli equipaggi e diversi passeggeri di due aerei di linea inglesi in volo nei pressi dell'isola di Guernsey, nella Manica, ebbero modo di osservare a lungo otticamente nel pomeriggio del 23 aprile 2007 (un corpo allungato giallo-grigio di grandi dimensioni) ed i tracciati di un radar di sorveglianza del traffico contemporanei a queste osservazioni.

Nelle loro conclusioni gli Autori, pur sostenendo che vi sono "indizi non dubbi" secondo i quali l'UAP potrebbe essere dovuto ad un fenomeno di tipo di ottica atmosferica, magari ad un miraggio oppure a riflessi della luce solare proveniente dalle serre che si trovano sull'isola di Guernsey proiettata su strati di polveri o di foschia, od anche a fenomeni del tipo luci sismiche (EQL), per ora ritengono di "non essere in grado di spiegare in modo soddisfacente gli avvistamenti di questo UAP senza; a) trascurare almeno alcuni degli aspetti più significativi presenti nelle relazioni d'avvistamento, oppure: b) far violenza ad almeno parte della fenomenologia convenzionale relativa all'ottica atmosferica o alle luci sismiche (EQL)".

Il rapporto è interamente scaricabile in formato pdf all'url:

http://www.guernsey.uk-ufo.org/Report%20on%20Channel%20Islands%20UAPs%2023.04.07.pdf

SPRITES SULL'ITALIA SETTENTRIONALE RIPRESI DA EUROSPRITE IN CORSICA

Sul blog di Eurosprite Enrico Arnone ha segnalato che il sistema di ripresa Eurosprite situato sul Monte Corona in Corsica ha documentato questa notte (quella cioè fra il 30 e il 31 luglio) sei diversi eventi sprites sull'Italia settentrionale, legati al MCS (sistema convettivo a mesoscala) sviluppatosi sulla Lombardia.

Davvero splendido quello del quale è pubblicata un'immagine (qui).

Aggiornamento: sempre sul blog di Eurosprite, Oscar van der Velde ha indicato alcune caratteristiche di quell'evento sprite qui.

martedì 22 luglio 2008

LE NUBI NOTTILUCENTI (NLC) MIGRANO A SUD?

Il fenomeno delle nubi nottilucenti, o Noctilucent Clouds (in sigla NLC) sembra assumere caratteristiche nuove rispetto a quello con le quali era stato via via codificato a partire dagli anni '80 del XIX secolo, quando si cominciò a comprenderne la natura ed a pubblicare lavori riguardo le prime osservazioni sistematiche di esse.
Alle frequenti manifestazioni a latitudine elevata, ad esempio nei cieli del Canada o della Scandinavia, si stanno infatti rapidamente affiancando indiscutibili rilevazioni fatte da località situtate molto più a sud di quelle originarie.
Il 20 luglio, sul sito
è comparsa un'interessante notizia secondo la quale delle NLC color blu elettrico erano state osservate e fotografate il 19 luglio da un appassionato iraniano di meteorologia, il sig. Siamek Sabet, che si trovava alle pendici del monte Sabalan, un vulcano estinto posto nella provincia nord-occidentale di Ardabil. Con i suoi 4811 m il Sabalan è anche uno dei maggiori picchi dell'Iran. Si trova circa a 38° 25' N ed a 47° 92' E.
Il Sito SpaceWeather presenta pure una delle foto fatte da Sabet. La settimana prima altre NLC erano state osservate in una zona della Turchia a circa 40° di latitudine.
In sostanza, le nubi nottilucenti sarebbero ora osservabili sino alle latitudini della Sicilia.
La risposta al perché le NLC si presenterebbero sempre più a sud è oggetto di discussioni, a cominciare dall'idea, ripetuta spesso in questi ultimi anni, secondo la quale questo slittamento sarebbe un'altra delle conseguenze dell'accelerazione del cambiamento climatico globale.

giovedì 10 luglio 2008

IBSL08: ANALISI DEGLI SVILUPPI RECENTI DELLA RICERCA SUI BL

Una relazione presentata la mattina di ieri 9 luglio nel corso dell'ISBL08, il grande simposio di cui abbiamo riferito da ultimo in un post di poche ore fa, è stata tenuta dai fisici Vladimir L. Bychkov e Anatoly I. Nikitin, membri rispettivamente della Facoltà di fisica dell'Università statale "M. V. Lomonosov" di Mosca e dell'Istituto per i problemi energetici della chimica-fisica dell'Accademia delle Scienze di Russia. La relazione s'intitola Recent Ball Lightning Investigations: Short Review.
Essa prende in esame l'intero arco della ricerca sui BL degli ultimi due-tre anni. Ecco quanto ne emerge.
  • Gli studiosi G. Dijkhuis, A. Keul, V. Bychkov ed A. Nikitin (olandese il primo, austriaco il secondo e russi gli ultimi due) hanno proseguito la raccolta dei dati osservativi provenienti da testimoni casuali.
  • Altri studiosi, in specie I. Stakhanova, A. Keul ed A. Grigor’ev si sono concentrati sull'analisi statistica dei dati.
  • A. Nikitin ha effettuato analisi dettagliate di foto di presunti BL con una serie di modellazioni delle condizioni di ripresa.
  • Una maggiore enfasi è stata posta sulle analisi di residui e di tracce, in modo da cercare di desumere caratteristiche energetiche ed elettriche e proprietà meccaniche dei BL.
  • Secondo i relatori l'analisi di certi casi di BL dalle grandi dimensioni e di osservazioni di presunti "UFO" con caratteristiche accostabili a quelle dei BL indicherebbe che un certo numero dei cosiddetti "UFO" sarebbero in realtà fulmini globulari.
  • L'analisi delle osservazioni di long lived luminous object (LO) in occasione di terremoti, di eruzioni vulcaniche o in relazione a certi processi geotettonici indicherebbe che parte dei BL potrebbero avere origine in processi endogeologici, in specie in alcune rocce elettricamente cariche.
  • L'analisi delle osservazioni di alcuni corpi gelatinosi connessi ad osservazioni di BL indica la possibilità che essi abbiano un'origine biologica.
  • L'attività sperimentale di modellazione di analoghi dei BL in laboratorio si è concentrata sulla modellazione di strutture eterogenee che si trovino in condizioni plasmatiche (S. Emelin, A. Klimov, J. Abrahamson, E. Jerby ed V. Dikhtyar, A. Pavao e G. Paiva), su certi processi di combustione (P. Coleman) sui plasmoidi (A. Klimov), su strutture a vortice e sulla combinazione di processi plasmatici e di combustione (V. Kunin ed L. Furov, G. Shabanov, S. Stepanov, G. Fussman, S. Emelin ed A. Pirozersky, R. Kuzmin e B. Shvilkin, A. Klimov, V. Bychkov ed I. Timofeev, A.Vlasov). Altri esperimenti hanno riguardato gli oggetti di plasma a vita lunga nell'acqua (P. Golubnichiy e P. Krutov). Proseguono anche gli esperimenti sulla modellazione dei BL in relazione a diverse radiofrequenze (K. Chukanov, H. Ofuroton, Y.-H. Ohtsuki, M. Kamogava). Da questo lavoro di laboratorio emerge che certe caratteristiche dei BL (forma, luminosità, moto, vita media, caratteristiche elettriche) sono ora riproducibili con regolarità. Fra i risultati più promettenti è menzionata la riproduzione di molte delle caratteristiche dei BL "naturali" in occasione di esperimenti relative alla modellazione di varie strutture eterogenee.
  • Particolare attenzione è stata posta ai risultati sperimentali ed all'analisi teorica delle peculiari interazioni fra BL e lastre di vetro come quelle delle finestre (A. Nikitin, T. Nikitina, V. Bychkov, V. Gabyshev). Dagli studi parrebbe che i BL possano produrre fori nei vetri solo a certe condizioni, fra le quali la presenza in essi di cariche unipolari. Sono in corso discussioni su come affrontare sia sul piano sperimentale sia su quello teorico il problema della mancanza di tracce visibili al passaggio di parecchi BL attraverso vetri.
  • La modellazione teorica ha condotto all'ulteriore sviluppo di teorie come quelle dei BL a carica unipolare (V. Bychkov, A. Nikitin) e dei BL come oggetti liquidi (A. Grigor’ev), del modello dei maser-cavitoni (P. Handel) ma pure alla discussione delle critiche ad esso rivolte (I. Wieder, A. Nikitin). Continua pure il lavoro sui BL a campo magnetico libero (D. Callebaut), anche se parrebbe che oggetti del genere, se esistenti in natura, potrebbero essere solo dei precursori dei veri e propri BL. Si sono fatte strada anche nuove teorie come quella dei BL considerati quali aggregati di aerosol formati da micro-batterie chimiche (O. Mesheryakov) o dei BL come area di combustione di gas incendiatisi (M. Chaivanov).

mercoledì 9 luglio 2008

ISBL-08 ED ICUP-08

Dal pomeriggio di martedì 8 luglio e fino a metà giornata di venerdì 11 si svolgono a Kaliningrad, in Russia, presso la sala congressi di un grande albergo, i lavori delle edizioni 2008 dell'ISBL, International Ball Lightning Symposium (ormai giunto al decimo appuntamento) e dell'ISUP, l'International Symposium on Unconventional Plasmas, che - nel primo caso ormai da vent'anni - costituiscono il principale appuntamento scientifico per chi si occupa sia di fulmini globulari sia di plasmi non-convenzionali come pure di altri presunti UAP esaminati nell'ottica di alcuni settori di punta della ricerca fisica.

Sono iscritti a parlare circa venticinque studiosi provienienti in specie da stati dell'ex-Unione Sovietica. Per gli abstracts si può andare alla pagina apposita indicata nel menu posto nella parte sinistra della pagina:

Una delle due relazioni dello psicologo austriaco Alexander Keul comprende riferimenti ai lavori dei soli due italiani che in tempi recenti si siano occupati in modo sistematico di BL, cioè Albino Carbognani e Paolo Toselli.

venerdì 4 luglio 2008

TLE REGISTRATI IN SPAGNA E IN FRANCIA

EuroSprite 2008 Campaign segnala (credit: Oscar van der Velde) la registrazione di Red Sprite dalle zone del nord-est della Spagna e dal Pic du Midi in Francia nelle notti tra il 12 e 13 maggio, del 24-25 dello stesso mese e, infine, 1-2 luglio.
Maggiori informazioni e immagini sul blog di EUROSPRITE

martedì 17 giugno 2008

LTPA: IMMINENTI APPUNTAMENTI PER LA RICERCA

In giugno e luglio, due importanti eventi scientifici richiameranno l'attenzione degli ambienti accademici sul vasto campo dei Luminous Transient Phenomena in Atmosphere: LTPA.
Ormai prossimo, dal 23 al 27 giugno, il "Workshop on Coupling of Thunderstorms and Lightning Discharges to Near-Earth Space" che vedrà riuniti a Corte, in Corsica, i maggiori ricercatori nel settore dei TLE (Transient Lumonous Event) e TGF (Terrestrial Gamma-ray Flashes)

Seguirà a luglio, dal 7 al 12, l'atteso ISBL08 (International Symposium on Ball Lightning), anche questo preannunciato sul nostro blog-news.
Una occasione questa, che si ripete ogni due anni e che rappresenta l'indiscutibile Stato dell'Arte nella ricerca sui fulmini globulari.

Il tutto in un anno che ricorda il centenario dell'evento della Tunguska che per definizione è il "fenomeno luminoso" per eccellenza nella storia moderna del nostro pianeta.
Il 23 e 24 ottobre a Bologna si volgerà un convegno e una mostra a cura di: INAF - Osservatorio Astronomico di Bologna; Università di Bologna - Dipartimento di Astronomia e Dipartimento di Fisica; CNR - Istituto di Scienze Marine ISMAR, Sezione di Geologia Marina; Museo dell Cielo e della Terra, dal titolo "Tunguska 1908: un asteroide colpisce la Terra. Quando il prossimo?"


sabato 14 giugno 2008

FULMINI GLOBULARI: ALLUCINAZIONI INDOTTE DA RADIAZIONI EM? PARREBBE DI NO

Lo psicologo austriaco Alexander G. Keul, che lavora presso il Dipartimento di psicologia dell'Università di Salisburgo, è anche titolare di un gran numero di pubblicazioni scientifiche e divulgative sui fulmini globulari (BL). Anzi, non è esagerato dire che Keul è uno di coloro che con il suo impulso hanno contribuito a far passare lo studio dei BL dal piano aneddotico a quello teorico e sistematico in diverse branche specialistiche della fisica. Gli estremi delle sue pubblicazioni sono recuperabili consultando la Bibliografia on line FLTA presente sul sito del CIPH.

Insieme a Paul Sauseng, che lavora anch'egli presso lo stesso dipartimento e con Gerhard Diendorfer, del programma ALDIS (Austrian Lightning Detection and Information System), nel vol. 33, n. 327 di aprile 2008 della rivista britannica The International Journal of Meteorology (pp. 89-95) Keul ha presentato il lavoro "Ball Lightning - An Electromagnetic Hallucination". In esso, gli studiosi austriaci esaminano una delle ipotesi scettiche circa l'esistenza dei BL come fenomeno fisico oggettivo, quella che, sulla base dell'etichetta coniata dal 2001 dallo studioso tirolese Alexander Kendl, del gruppo scettico GWUP, che la presentò in un saggio recuperabile qui:


è stata denominata "ipotesi dei fosfeni magnetici", ossia un supposto effetto allucinatorio indotto sul cervello umano dalle radiazioni EM generate da comuni lampi lineari.

Per controllare l'ipotesi, Keul e colleghi hanno passato in rassegna lo stato dell'arte delle conoscenze delle proprietà fisiche dei fulmini ed in specie dei loro campi EM mettendole in relazione a quelle relative alla neurofisiologia delle allucinazioni indotte dalle radiazioni EM.

Accoppiando tecniche cliniche neurofisiologiche come la Stimolazione magnetica transcraniale (TMS) e la TMS ripetitiva (rTMS) a loro dati sperimentali sui fosfeni la conclusione è stata che, viste le caratteristiche di configurazione spaziale dei fulmini e le loro capacità d'induzione magnetica, è molto improbabile che i campi EM generati da fulmini che si scarichino vicino alle persone possano produrre i cosiddetti magnetofosfeni.

D'altro canto, sul piano fenomenologico i fosfeni non compaiono nelle descrizioni degli episodi di fulminazione da scariche di questo genere.

In sostanza, sul piano fenomenologico non è stato trovato alcun rapporto fra BL ed allucinazioni indotte da campi EM generati da fulmini lineari.

L'articolo è accompagnato da una lunga ed interessante bibliografia. Per acquisti del numero dell'International Journal of Meteorology in cui esso è contenuto si vada alla pagina:

venerdì 6 giugno 2008

SEGNALI IONOSFERICI PRIMA DEL SISMA DEL SICHUAN?

Il 5 giugno un giornalista scientifico della BBC News, Paul Rincon, ha pubblicato sul sito dell'emittente britannica un lungo servizio intitolato Plan for quake 'warning system' , che potete leggere qui:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/7435324.stm

In esso si riferisce che chiari disturbi elettrici nell'alta atmosfera sono stati registrati nei giorni precedenti il disastroso sisma cinese del 12 maggio scorso.

E' quanto si è appreso anche grazie al fisico Minoru Freund, dell'Ames Research Center della NASA, il cui padre Friedemann è uno dei più noti studiosi di EQL e di precursori sismici e ad Stuart Eves, della ditta inglese di ricerca geofisica SSTL (Surrey Satellite Technology Limited), il cui sito è:
A quanto pare, i due organismi hanno registrato fortissimi segnali elettromagnetici nella ionosfera prima della scossa principale.

Stuart Eves si è detto ottimista circa le conseguenze dell'osservazione: "l'evidenza suggerisce che stiamo per passare il limite oltre il quale disporremo di una tecnologia praticamente utilizzabile", anche rimangono se gravi problemi, ad esempio quelli relativi a quanto tempo possa intercorrere fra i segnali ed il sisma. Freund ritiene inoltre che questo tipo di precursore vada integrato con altri, ad esempio con l'aumento delle emissioni IR dalle zone epicentrali - cavallo di battaglia di F. Freund - con le anomalie dei campi elettromagnetici a bassisime frequenze, ecc.

Altri però continuano ad essere prudenti sull'intera questione. Mike Blanpied, dello US Geological Survey (USGS), ha dichiarato alla BBC che il collegamento tra i fenomeni che si producono in laboratorio ed i processi naturali non è ancora stato dimostrato ed ha avanzato due critiche principali al modello di Freund. In primo luogo, ha rilevato che gli esperimenti sono stati fatti su rocce secche a pressioni e temperature ambiente ma che nelle profondità della crosta ogni minima cavità rocciosa è rimpita da soluzioni di minerali e che esse sono soggette ad alte temperature e ad alte pressioni. In secondo luogo, Blanpied ha osservato che l'ipotesi presuppone che alcuni giorni prima dei sismi si verifichino rapidi cambiamenti nelle tensioni e nelle deformazioni crostali. Ebbene, per quanto noto questi rapidi cambiamenti non sono mai stati rilevati prima dei terremoti, cosa che potrebbe indurre a pensare che come precursori siano troppo deboli per essere registrati e dunque utilizzati.

Pur ammettendo che la teoria richiede ancora molto lavoro, Minoru Freund ha aggiunto di star lavorando ad un progetto per mettere in orbita un sistema di pronto allarme basato su almeno tre satelliti posti in orbita terrestre.

giovedì 5 giugno 2008

I PRECURSORI DEL SISMA CINESE DI TANGSHAN (1976)

I presunti precursori del disastroso sisma cinese del 12 maggio scorso, di cui si è parlato in due post del 16 e del 20 maggio, hanno riacceso nell'opinione pubblica cinese il dibattito sui segnali che annunciano le scosse telluriche. Il 24 maggio l'agenzia France Press ha pubblicato in merito un dispaccio proveniente dalla Cina che si può leggere alla pagina:


Esso ha riportato alla luce alcune delle tante testimonianze su fenomeni anomali di vario genere che furono osservati prima dello spaventoso sisma di Tangshan, che secondo le stime più prudenti uccise in quella zona del nord del Paese nelle prime ore del 28 luglio 1976 almeno 240.000 persone, diventando così il peggior terremoto della storia moderna.

Fu Wunran, che a suo tempo era un giovane contadino, ha ricordato per la stampa che prima della scossa i cani presero ad abbaiare ed a guaire in modo straziante, che mucche e cavalli sbattevano la testa contro le pareti delle stalle e che topi e serpenti erano usciti in gran quantità allo scoperto. Nelle settimane precedenti il disastro, inoltre, il livello delle acque dei pozzi era diminuito in modo vistoso per aumentare di colpo poche ore prima della scossa. Alcune sorgenti addirittura produssero degli zampilli d'acqua assai intensi e mai visti prima.

Secondo Fu Wunran ci furono anomalie comportamentali anche negli esseri umani. Molte persone quella notte erano irritabili e mostravano sintomi di confusione mentale. Si registrò un gran numero di risse.
Chang Qing, oggi settantunenne ed a suo tempo fotografo, ricorda che quella notte la temperatura si alzò parecchio in pochi minuti. Alle 2 molti si alzarono gettandosi acqua addosso per rinfrescarsi e per farsi aria con i ventagli. Subito dopo la scossa, invece, d'improvviso la temperatura sarebbe scesa.

Jiang Mo, 59 anni, ha invece rammentato di aver visto quella notte, insieme a molti altri, delle EQL mentre era sveglio per il gran caldo. Le ha descritte come "simili a delle esplosioni, a dei lampi intensi ed improvvisi, ma del tutto silenziosi".

giovedì 29 maggio 2008

JEM-EUSO: UN OSSERVATORIO SPAZIALE PER I TLE

Sull'ultimo numero della rivista di astronomia Le Stelle, giugno 2008 (n.63), in edicola, a pagina 42, un articolo a firma di Piero Galeotti e Mario Bertaina "Studiare le galassie... guardando a Terra".
Si parla del JEM-EUSO, Japanese Experiment Module-Extreme Universe Space Observatory, un modulo-osservatorio che verrà collocato sulla ISS, Stazione Spaziale Internazionale, dedicato in particolare alla rilevazione di raggi cosmici, osservati però in una prospettiva diversa. Non più da terra verso il cosmo, ma dallo spazio verso la Terra.
Durante la missione uno degli obiettivi del JEM-EUSO, sarà la registrazione di TLE (Transient Luminous Events): sprite, elves e blue jet in particolare. L'intenzione è quella di fornire una mappatura di tali eventi possibilmente anche con la registrazione delle brevi emissioni di radiazione gamma, che "potrebbero essere dovute agli elettroni prodotti dalla cascata di un raggio cosmico primario, e venire successivamente accelerati dai campi elettrici associati ai temporali". JEM-EUSO, proseguono gli Autori, "potendo misurare sia i raggi comici che tali lampi (i TLE, n.d.r.) potrà dare risposta alla domanda se i due fenomeni siano realmente correlati tra loro"

Per approfondimenti su JEM-EUSO e gli esperimenti di verifica sui TLE

arxiv.org/pdf/0707.4369
galprop.stanford.edu/elibrary/icrc/2007/preliminary/pdf/icrc1227.pdf
www.apc.univ-paris7.fr/UHECR/Proceedings/2007.05.23_Gorodetsky_TUS.pdf
him.phys.pusan.ac.kr/~kps/kps2007fall/19/1/1Park.pdf
www.icrr.u-tokyo.ac.jp/can/icrc2005/Proceedings/Vol-18/18359-usa-takahashi-Y-abs3-he15-poster.pdf
www.icrr.u-tokyo.ac.jp/infomation/workshop/2006/061215pdf/061215-13.pdf
euso.riken.go.jp/EUSO_2.pdf

Varie registrazioni di eventi sprite osservati in Italia sul sito CIPH-SOSO

martedì 20 maggio 2008

NUBI SISMICHE (EQC) PRIMA DEL TERREMOTO DEL SICHUAN?


Su un blog inglese che raccoglie spigolature di vario genere, a partire dal 12 maggio sono apparse parecchie immagini relative al disastroso sisma che quel giorno ha colpito la provincia cinese del Sichuan. Fra le prime pubblicate, alla pagina:


figurano in particolare:
  • un filmato (di cui è mostrato anche un fotogramma che si riproduce in apertura) poi postato anche su Youtube e che potrebbe mostrare delle EQC (Earthquake Clouds) che si sarebbero manifestate su Tianshui, nella provincia del Gansu, un cui cittadino le avrebbe immortalate due ore prima della scossa principale del 12 maggio;
  • una lunga serie di chiare foto di formazioni nuvolose insolite notate da molte persone nel cielo di Linyi, nella provincia dello Shandong, nella Cina orientale, il 9 maggio, meno di 72 ore prima della scossa principale.
Le fonti originali cinesi alle pagine:


venerdì 16 maggio 2008

IL SISMA CINESE DEL SICHUAN ANNUNCIATO DA VARIE ANOMALIE?

A parte le luci sismiche (EQL), i precursori sismici (SP) costituiscono un altro grande ambito d'interesse per il CIPH.

Com'è noto, il 12 maggio 2008, alle 06.28 GMT un terremoto di fortissima intensità (Richter 7.9) dalle conseguenze catastrofiche, ha colpito la Cina con epicentro nella parte orientale della provincia del Sichuan.

Ebbene, sono pervenute alcune notizie relative ad osservazioni casuali e sporadiche di almeno un caso di anomalia nel comportamento animale e di una di tipo geologico verificatesi nella zona prossima all'epicentro nei giorni precedenti la scossa principale.

Ne ha dato notizia il 13 maggio 2008 il sito The Observers - France, che raccoglie notizie da tutto il mondo ad opera di reporters casuali ed indipendenti. Per i particolari:
Sotto il titolo "Did toads predict the Earthquake?", ossia "Le rane avevano previsto il terremoto?" in realtà un utente francese dà notizie sommarie e presenta delle foto riprese dal sito cinese QQ che le aveva pubblicate in origine il 5 e l'11 maggio alle pagine:
Esse concernono due eventi diversi.
  • Il 10 maggio migliaia di rane erano state osservate attraversare all'improvviso, tutte insieme, un ponte nella cittadina di Taizhou, nella provincia del Jiangsu.
  • Il 26 aprile, invece, un intero laghetto era scomparso in un tempo brevissimo a Enshi, nella provincia dell'Hubei.
Molti utenti cinesi del sito lamentano il fatto che le autorità non abbiano considerato in modo adeguato questi possibili segni di un imminente terremoto.
Le notizie sono commentate su The Observers - France in modo assai convenzionale da Pascal Bernard, un sismologo dell'Università Jussieu di Parigi. Il sismologo appare però all'oscuro degli sviluppi più recenti della ricerca internazionale sui precursori sismici.

Pascal si limita infatti a parlare delle possibilità, "ancora non provate" che gli animali reagiscano a micro-tremori presismici o a movimenti sotterranei delle acque oppure "a cambiamenti della composizione dell'aria". Gli studi cinesi sui precursori, oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, sono collegati da Bernard al clima antiscientifico degli anni della Rivoluzione Culturale ma essi - secondo l'universitario francese - "non avrebero mai funzionato". Il fatto che nel 1975 gli abitanti di un paesino cinese sarebbero riusciti ad evitare una catastrofe annunciando un sisma sarebbe stato dovuto al fatto di aver loro stessi avvertito dei micro-tremori, non a stranezza notate negli animali.
Ulteriori notizie e commenti sono arrivati il 15 maggio grazie ad un dispaccio del giornalista Henry Sanderson, corrispondente da Pechino dell'agenzia Associated Press, disponibile qui:
  • Il 12 maggio, giorno del terremoto, anomalie del comportamento animale sono state notate allo zoo della città di Wuhan, a circa 1000 km dall'epicentro, secondo quanto riportato dal quotidiano Wuhan Evening Paper. Le zebre hanno cominciato a battere le teste contro le cancellate e gli elefanti hanno preso ad agitare con violenza dei tronchi con le proboscidi rischiando di ferire un inserviente. Una ventina di leoni e di tigri che in genere a mezzogiorno dormono si aggiravano nervosamente nelle gabbie. Cinque minuti prima della scossa principale dozzine di pavoni avrebbero preso ad urlare.
Richiesto di un commento, Roger Musson, sismologo del "British Geological Survey" ha citato in modo esplicito la possibilità dell'emissione di segnali elettrici percepibili dagli animali prima dei sismi.
Zhang Xiaodong, ricercatore presso l'Ufficio Sismologico Cinese, da parte sua ha dichiarato che l'ente cui ha appartiene ha usato vari fenomeni naturali per predire venti terremoti in vent'anni, pur ammettendo che si è tratta soltato di una piccola proporzione dell'intera attività sismica del Paese e che dunque il legame tra sismi e certi fatti anomali rimane "vago".

lunedì 12 maggio 2008

"Bibliografia on line FLTA” del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen


Che cos’è la “Bibliografia on line FLTA” del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen?
Si tratta di una base di dati, aggiornata in modo costante da un gruppo di collaboratori, il cui intento è quello di consentire un accesso libero e gratuito agli estremi bibliografici, curati con criteri scientifici, della letteratura internazionale sul numero più ampio possibile di Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera (FLTA), definiti secondo i criteri enunciati nel documento introduttivo “LTPA: l’area dei fenomeni d’interesse del CIPH”. La bibliografia on line permette di recuperare i dati in modo semplice e veloce, utilizzando una molteplicità di criteri. Considerata l’estrema dispersione, la frequente precarietà ed in molti casi la non facile reperibilità delle fonti, e constatato che almeno parte dei fenomeni presi in considerazione non gode di piena legittimazione quali oggetti di studio delle scienze fisiche, si è scelto di presentare nel modo più accurato possibile le voci, così da permetterne all’utente una più facile e sicura identificazione. Lo scopo ulteriore di tanta cura è quello di spingere gli utilizzatori della bibliografia a segnalare imprecisioni ed incompletezze e soprattutto a collaborare con l’aggiunta di fonti ancora sconosciute.
In questa prima fase si è proceduto al caricamento dei dati relativi alle fonti sul fenomeno dei fulmini globulari (indicati in sigla nel subject delle voci come BL), mentre è appena iniziato l’inserimento di quelli concernenti i fenomeni di Hessdalen (HP) ed i cosiddetti Transient Luminous Events (TLE). Altre importanti categorie dovrebbero seguire. Una stima prudenziale del numero di fonti già note ai collaboratori del progetto di bibliografia on line indica in oltre 7000 le voci individuate sino all’aprile 2008.

domenica 11 maggio 2008

CIELOSTELLATO 2008

Organizzato dal Gruppo Astrofili Columbia, in collaborazione con la rivista Coelum Astronomia e l'Unione Astrofili Italiani, si è svolta anche quest'anno l'annuale manifestazione CIELOSTELLATO con annesso il XII Meeting Nazionale Astrofili (Valli di Ostellato, Ferrara), dal 9 all'11 maggio.
In questa sede, sabato 10, il Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen (CIPH) ha organizzato un incontro su "TLE (Transient Luminous Events) LTPA (Luminous Transient Phenomena in Atmosphere)". Massimo Silvestri, Nico Conti, Roberto Labanti e Renzo Cabassi, hanno illustrato la filosofia e le tecniche per realizzare la strumentazione automatica che, almeno al momento nell'esclusivo campo ottico, possono contribuire alla raccolta di dati ed informazioni sui più evidenti e relativamente comuni eventi che possono presentarsi in atmosfera.
Il team del CIPH-SOSO (Smart Optical Sensors Observatory) ha ricordato l'attività della strumentazione in questo primo anno di attività: registrazioni di bolidi, meteore, red-sprites, transiti di satelliti artificiali e della International Space Station (ISS) congiuntamente allo Shuttle STS118. Si è posto particolarmente l'accento sui "red-sprite" che all'interno di un vasto insieme di eventi luminosi transitori stanno attirando l'attenzione dell'ambiente scientifico per i possibili sviluppi nella maggior comprensione dei fenomeni che avvengono nella ionosfera che spesso mostrano relazioni e correlazioni con la ricerca sismologica e geofisica più in generale. Argomenti questi di grande interesse per il CIPH che ricordiamo durante il suo primo decennio di attività si è particolarmente impegnato nella realizzazione e nell'uso sul campo di strumentazione radio operante, in ricezione, nel campo delle VLF, ELF e ULF: le onde radio lunghe, lunghissime ed estremamente lunghe che si ritiene possano subire influenze dall'andamento di determinati fenomeni geofisici, quali ad esempio i sismi.

venerdì 25 aprile 2008

INTERVENTO DI ALBINO CARBOGNANI SU "NUOVO ORIONE" E RUOLO DI SOSO NELLO STUDIO DEL BOLIDE DEL 18 LUGLIO 2007



Il fisico parmense Albino Carbognani, studioso di fulmini globulari (ne ricordiamo il libro del 2006 "Fulmini Globulari"), ha pubblicato sulla rivista di astronomia Nuovo Orione un’analisi dettagliata su un vistoso bolide comparso l’estate passata.

Si tratta dell’articolo, ampiamente illustrato, appena giunto in edicola:

Carbognani, Albino (2008, maggio). Bolidi e superbolidi sull'Italia. Nuovo Orione 192, 48-51.

Il 18 luglio 2007, alle 21.21’35", un bolide molto luminoso aveva attraversato i cieli dell'Italia centrale, settentrionale e nord-orientale con traiettoria da nord-est a sud-ovest.

Quella sera in particolare sull'Emilia-Romagna e sul Veneto il cielo era sgombro da nubi e si ebbero diverse testimonianze. Ciò che per noi è più interessante è il fatto che, a parte le numerose testimonianze casuali, Carbognani abbia fatto riferimento all’utilità per il suo lavoro delle osservazioni strumentali fatte a San Lazzaro (Bologna) ed a Monte Baldo (Verona), con particolare enfasi posta sul nostro sistema ottico SOSO.

Carbognani sottolinea: "... la cosa importante non è raccogliere tutte le possibili testimonianze come fossero francobolli, ma trovare quelle veramente utili alla ricostruzione dell'evento".
Tra le altre cose Carbognani è riuscito a calcolare il valore del diametro della testa del bolide e cioè quello della bolla di plasma che il meteoroide ha generato con l'attrito in atmosfera.
Per il tracciamento della traiettoria del bolide la stazione SOSO si è rivelata indispensabile.
La registrazione di bolidi non è certo la missione principale del sistema ottico SOSO, ma essi sono comunque eventi che per le loro caratteristiche di casualità, velocità, luminosità, ecc. presentano caratteristiche simili a quelle che assumono almeno alcuni tra i FLTA (Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera), vero oggetto del nostro studio.

In questo caso il lavoro di Carbognani, è stato utile pure al "papà" di SOSO, il tecnico Massimo Silvestri, che tramite questo approfondimento sta sviluppando alcune migliorie al sistema di registrazione degli allarmi. E' anche grazie a questo tipo di sinergie, di cui siamo grati con l'Autore, che sarà possibile fare passi avanti nella ricerca strumentale sui Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera.

martedì 22 aprile 2008

EGU 2008: PROPOSTE SUI FENOMENI LUMINOSI E NON, ASSOCIATI AI TERREMOTI E LUNAMOTI

Lo studioso Cristiano Fidani, dell'Istituto Nazionale Fisica Nucleare di Perugia, ha presentato al meeting di Vienna dell'European Geosciences Union, del 13 – 18 aprile 2008, tre proposte legate ai fenomeni dei terremoti e dei lunamoti.
Nella prima proposta "Tlp versus moonquakes to understand earthquake associated phenomena", Fidani parte dall'ipotesi che i Transient Lunar Phenomena sulla Luna siano simili a certi fenomeni pre-sismici della Terra.
Fidani suppone che l'osservazione dei TLP possa aiutare una migliore comprensione di quanto accade sulla Terra a seguito di osservazioni di ciò che succede sul nostro satellite: flashes, sfere di luce bluastra o rossastra, e oscuramenti locali della superficie lunare.
Certe particolari fuoriuscite di gas possono essere paragonabili a particolari tipi di nuvole terrestri osservate, prima dei terremoti, sopra gli epicentri. L'osservazione delle fuoriuscite di gas radon negli stessi luoghi TLP possono per analogia essere utili nel confronto con quelle osservate sulla Terra (vedi missioni Apollo).
D'altra parte anomalie radon sono state osservate anche sopra faglie attive in California.
Tuttavia sul nostro pianeta, a causa della presenza di acqua e di atmosfera è difficile provare una stretta relazione causa-effetto tra queste emissioni ed i terremoti.
Purtroppo lo stress mareale sulla Luna non è ben conosciuto, ma è stato calcolato essere assai maggiore di quello che si sviluppa sulla Terra.
Sulla Terra è stato osservato un legame statistico tra terremoti e marea oceanica che produce uno stress 10 volte più grande della marea sulla crosta solida, ma sulla Luna è stato calcolato uno stress di marea solida almeno 10 volte più grande di quello della crosta terrestre.
Mentre sulla Luna tale stress varia, in prima approssimazione, solo in ampiezza, sulla Terra varia anche in direzione a causa della sua rotazione e dello spostamento degli oceani.
Non avendo sulla Terra una direzione costante (a differenza dello stress mareale del nostro satellite) questo può aiutarci a considerare la Luna come un luogo di test "stabile" dove studiare le conseguenze delle deformazioni e la loro influenza sui terremoti: ovvero la Luna come un laborario naturale per l'analisi strumentale dei processi che legano scosse e diversi fenomeni di emissione.
La seconda proposta di C. Fidani, "A lunar spectrometer for Radon emanations linked to seismic activity" (con coautore R. Battiston), presenta il progetto di uno strumento di rilevamento di particelle alfa.
Questo scintillatore, fibre e SiPM (1), è stato studiato per il rilevamento di emissioni radon su corpi celesti dove è presente una atmosfera molto debole, sempre in funzione dello studio dei precursori sismici.
Sappiamo infatti che nelle precedenti missioni lunari, le particelle alfa del decadimento del radon sono state rilevate a centinaia di chilometri dal luogo di emissione.
La terza proposta, "Searching for correlation between NOAA particle data and seismic activity" (Fidani & Battiston), parte dal fatto che il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ed il National Aeronautics and Space Administration (NASA) hanno già dal 1978, satelliti in orbita che dispongono di strumenti per il monitoraggio delle particelle energetiche cariche elettricamente, sulla Terra (l'afflusso di ioni ed elettroni).
Da circa 10 anni questi rilevamenti del NOAA sono disponibili, ed offrono l'interessante opportunità di verificare la validità delle osservazioni degli effetti di eventi sismici sulla ionosfera e sulle fasce di Van Allen.
Da diversi anni sono stati fatti esperimenti spaziali che hanno rilevato un flusso anomalo di particelle che è stato correlato con il verificarsi di terremoti. Questi flussi anomali di particelle sono stati caratterizzati da un improvviso e brusco aumento del tasso di particelle ad alta energia, riferito come scoppio di particelle (PBs).
In questo articolo viene mostrata una corrispondenza tra i bursts registrati dai satelliti NOAA negli ultimi anni ed i più grandi terremoti verificatisi nella regione di Sumatra.
L'ipotesi fatta fatta per interpretare la correlazione tra scoppio di particelle (PBs) e terremoti (EQs), consiste di emissioni elettromagnetiche nel campo delle ULF/VLF e iterazione con le particelle intrappolate a questa frequenza (2), che potrebbero causare la precipitazione di elettroni e protoni delle fasce di Van Allen; l'altitudine a cui questa situazione avverrebbe sarebbe da valutare entro i 300 ed i 500 km, anche se per il momento l'evidenza di tale nuovo fenomeno non è dimostrata.
NOTE
1) Il rivelatore di gas radon è stato pensato essere costituito da fibre ottiche che convertono parte dell'energia delle particelle alfa, dell'emissione del gas, in luce.
Esse vengono chiamate fibre scintillanti. La debole luce prodotta dal passaggio delle particelle alfa nelle fibre viene convertita in corrente attraverso un nuovo tipo di fotodiodi
chiamati Silicon Photo Multipliers (SiPM).
2) Per quanto riguarda l'ipotesi essa consiste nel seguente processo:
a) prima di un forte terremoto vengono emesse radiazioni nella banda ULF dalla regione dell'ipocentro;
b) tali emissioni hanno la capacità di raggiungere la superficie, la ionosfera e le fascie di Van Allen;
c) le particelle cariche delle fasce di Van Allen vengono perturbate da tali radiazioni e assumono traiettorie che le porteranno nella ionosfera;
d) i satelliti NOAA sono in grado di rivelare tali particelle e di misurarne i parametri per capire se entreranno nell'atmosfera (cioè se stanno precipitando).
Quando una particella carica attraversa un campo elettrico o magnetico la traiettoria viene modificata perché sulla particella agisce la forza di Lorentz.
Se la particella è investita da un campo elettromagnetico variabile, l'entità della perturbazione della traiettoria dipenderà dalla frequenza dei campi elettrico e magnetico. La perturbazione è grande quando la frequenza è vicina a quella che caratterizza il movimento della particella. E' questo il caso delle ULF-ELF-VLF le cui frequenze coprono quella di rotazione delle particelle attorno alle linee di campo e di riflessione fra le regioni polari del nostro pianeta.

domenica 20 aprile 2008

NUOVI SPRITES DI PRIMAVERA

Nella notte fra il 18 e il 19 aprile un'area temporalesca era attiva fra l'Appennino tosco-romagnolo e la laguna veneta.

La parte superiore dell'area era nel campo inquadrato dalla stazione SOSO di San Lazzaro di Savena (BO); stazione che ha avuto modo di riprendere in 10 minuti a cavallo fra l'una e le due del 19 aprile (a cavallo della mezzanotte del 18 in tempo universale) ben 5 diversi eventi sprites.

18 aprile, 23h56m03s UTC
Gruppo di column sprites in due frames.


18 aprile, 23h57m38s UTC

Altro gruppo di column sprites


18 aprile, 23h59m23s UTC
Ancora column sprites
(probabilmente fra i più belli della serata),

anche in questo caso in due frames


19 aprile, 00h01m53s UTC
Column sprites e, forse, qualche altro tipo
di sprite non ben identificabile (due frames)



19 aprile, 00h04m55s UTC
L'ultimo evento della nottata, ancora un bel gruppo di column sprites.

sabato 12 aprile 2008

SOSO: REGISTRATO BOLIDE 11 APRILE 2008

Smart Optical Sensors Observatory ha registrato, dalla sua postazione in località Idice (San Lazzaro di Savena, Bologna) la sera di venerdì 11 aprile un bolide. Alle ore 23:17 (ora UTC) il bolide ha percorso a velocità relativamente ridotta alcuni gradi della volta celeste uscendo dalla zona inquadrata dalla telecamera automatica del sistema.
E' in corso la raccolta di dati e un report è previsto nei prossimi giorni.
Presentiamo una sequenza di tre immagini




NUBI SISMICHE: OSSERVAZIONI DI SCIENZIATI CINESI

Le manifestazioni di peculiari formazioni di nubi (EQC, Earthquake Clouds) o di nebbie (EQF, Earthquake Fogs) durante o subito prima lo scatenamento di alcuni eventi sismici costituiscono alcuni degli aspetti più sconcertanti dell'intero problema delle anomalie osservabili otticamente in connessione con i terremoti.

Nel numero 2615 dell'11 aprile 2008, il periodico inglese di divulgazione New Scientist ha pubblicato a pagina 12 un breve articolo di Lynn Dicks intitolato "Curious cloud formations linked to quakes". Lo potete leggere a questo link:

http://environment.newscientist.com/article/mg19826514.600-curious-cloud-formations-linked-to-quakes.html

Stando agli studi di alcuni geofisici cinesi sarebbe stato possibile individuare un particolare comportamento delle formazioni nuvolose presenti sopra una faglia attiva in Iran alla vigilia di due importanti scosse verificatesi in anni recenti in quel Paese.

Guangmeng Guo e Bin Wang, che lavorano alla Nanyang Normal University di Henan, hanno notato che la coltre nuvolosa presente sull'Iran nel dicembre 2004, coltre rilevata da satelliti meteorologici geostazionari, presentava dei "buchi" di alcune centinaia di chilometri sul sud del Paese. Queste "lacune" non sembravano spiegabili in termini di dinamica atmosferica ed erano rimaste visibili per parecchie ore immobili sugli stessi punti - lungo la faglia più importante di quella regione - sebbene le formazioni di nubi ad esse circostanti continuassero a muoversi.

Allo stesso tempo, le immagini termiche del suolo mostravano temperature assai più alte lungo le strutture tettoniche della faglia che rispetto alle aree circostanti.

Il 22 febbraio del 2005, ossia sessantanove giorni dopo, nella faglia si liberava un sisma di magnitudo 6,4 che provocava oltre seicento morti.

Il fenomeno anomalo si sarebbe ripetuto con caratteristiche simili il 25 dicembre 2005. In quest'occasione, sessantaquattro giorni dopo la regione sarebbe stata colpita da un terremoto di magnitudo 6,0.

La presentazione fatta da New Scientist non è altro che una sintesi del lavoro di Guo e Wang, che sotto il titolo "Cloud anomaly before Iran earthquake" è uscito alle pagine da 1921 a 1928 del vol. 29, n. 7 dell'aprile 2008 della rivista International Journal of Remote Sensing, periodico della "Remote Sensing and Photogrammetry Society", il cui abstract ed i cui riferimenti potete leggere alla pagina:

http://www.informaworld.com/smpp/content?content=10.1080/01431160701373762

Dopo aver ricordato che le prime anomalie termiche e nelle formazioni nuvolose in precedenza ai sismi erano state registrate da scienziati russi negli anni '80 del secolo scorso, gli Autori fanno notare che mentre sono stati fatti progressi nel primo ambito, le EQC sono state descritte assai di rado. Adesso, però, sarebbe possibile ipotizzare lo svolgimento di analisi combinate di dati derivanti da misurazioni geofisiche, da quelli del comportamento termico del suolo e della bassa atmosfera e dalla presenza di anomalie nella copertura nuvolosa, al punto da poter supporre che responsabili del fenomeno delle EQC possano essere emissioni di gas caldi dalle faglie che provocherebbero anomalie strutturali e chimiche delle nubi sovrastanti sino alla loro evaporazione.

Da parte sua, nella presentazione del lavoro dei geofisici cinesi il commentatore di New Scientist segnala come il modello degli ioni carichi positivamente, elaborato da Friedemann Freund, oggi presso l'Ames Research Center della NASA di Moffett Field, in California, modello assai dibattuto negli ultimi tre anni, appaia poco adatto a spiegare fenomeni come le EQC, visto che gli ioni di solito contribuiscono alla formazione delle nubi, non alla loro dissoluzione.

Studiosi come il geologo Mike Blanpied, del programma di studio sui rischi sismici dello US Geological Survey hanno commentato in modo scettico il lavoro dei due cinesi, accennando alla mancanza di un modello fisico in grado di spiegare perché "qualche cosa possa accadere d'improvviso due mesi prima di un terremoto per poi spegnersi e non verificarsi di nuovo".

Fra le numerosi reazioni telematiche da parte dei lettori dell'edizione on line di New Scientist, quella di un utente secondo il quale Guo e Wang avrebbero accumulato dei dati in realtà frutto del caso, "come fanno gli ufologi".

martedì 1 aprile 2008

10 MAGGIO 2008 AD OSTELLATO (FE) INCONTRO CON IL CIPH-SOSO

Il Gruppo Astrofili Columbia in collaborazione con la rivista di astronomia Coelum Astronomia e Unione Astronomica Italiana organizzano la XI edizione della manifestazione CielOstellato, in località Valli di Ostellato (FE), per i giorni 9, 10 e 11 maggio 2008.
Sabato 10 per la sessione Conferenze e approfondimenti, alle 10.30 si svolgerà un incontro/relazione con il team del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen - Smart Optical Sensors Observatory sul soggetto "TLE LTPA: dalle segnalazioni visuali alle osservazioni strumentali"

lunedì 31 marzo 2008

NANOPARTICELLE COME SPIEGAZIONE PER I BL?

Il 27 marzo 2008, con una rara incursione della stampa generalista in ambiti tanto specialistici, il settimanale inglese The Economist ha pubblicato nella sua rubrica di scienza e tecnologia un ampio resoconto circa alcuni fra i più recenti sviluppi della ricerca sui fulmini globulari (BL).

Potete leggere questo articolo, intitolato "Great Balls of Fire!" al link:

http://www.economist.com/science/displaystory.cfm?story_id=10918140&CFID=386383&CFTOKEN=29303400

Eli Jerby e Vladimir Dikhtyar, fisici dell'Università di Tel Aviv, si occupano di BL da diversi anni ed hanno al loro attivo un'importante pubblicazione scientifica sull'argomento, e cioè "Fireball Ejection from a Molten Hot Spot to air by Localized Microwaves", uscito sulla rivista Physical Review Letters, vol. 96, del 3 febbraio 2006.

Di recente, come seguito a questa pubblicazione, i due scienziati hanno proposto un modello che, per spiegare i BL, fa appello alle nanoparticelle, ossia a parti di materia di dimensioni dell'ordine dei milionesimi di millimetro.

Nel 2006 Jerby e Dikhtyar avevano descritto nel lavori sopra ricordati i loro esprimenti di creazione di BL in laboratorio, ottenuti bombardando con microonde silicio ed altri materiali solidi. L'estrazione dei materiali in fusione dalle cavità in cui era avvenuto il processo aveva generato colonne di fuoco che si staccavano dal materiale creando delle sfere luminose fluttuanti nell'aria.

In seguito, però, collaborando con Brian Mitchell, dell'Università di Rennes, e con altri colleghi che lavorano a Grenoble, in Francia, presso l'ESRF (European Synchrotron Radiation Facility), Jerby e Dikhtyar hanno fatti molti progressi nel tentativo di descrivere, grazie ai raggi X, la struttura di questi BL artificiali. La conclusione è che si tratta di conglomerati di particelle del diametro di circa 5o nm.

Le procedure per la produzione di questi BL sono descritte sul sito Internet dell'ESRF, a questa pagina:

http://www.esrf.eu/news/spotlight/spotlight56/fireballs

L'esito di queste nuove ricerche, condotte dai due scienziati dell'Università di Tel Aviv insieme ad altri studiosi, è apparso poco tempo fa ancora nella Physical Review Letters. Si tratta di:

Mitchell, J. B. A., LeGarrec, J. L., Sztucki, M., Narayanan, T., Dikhtyar, V., & Jerby, E., "Evidence for Nanoparticles in Microwave-Generated Fireballs Observed by Synchrotron X-Ray Scattering", apparso sul numero del 15 febbraio 2008 della rivista sopra citata, vol. 100, (6), 065001-1/4.
Potete scaricarne il testo integrale dal sito del dott. Jerby, alla pagina:

www.eng.tau.ac.il/~jerby/Fireballs.html

In esso, gli Autori sottolineano che il lavoro fatto sembra confortare la teoria presentata nel 2000 su Nature da John Abrahamson, ingegnere chimico dell'Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, teoria secondo la quale i BL si formerebbero quando i fulmini lineari che toccano terra vaporizzano gli ossidi di carbonio e di silicio che si trovano nel suolo. Il carbonio strapperebbe l'ossigeno al silicio permettendone agli atomi che si raffreddano di raggrupparsi in nanoparticelle. Queste nanoparticelle si ossiderebbero a loro volta in ossidi di silicio prendendo ossigeno dall'aria. Nel farlo, però, emetterebbero calore e luce, ossia produrrebbero quel complesso di fenomeni noti come fulmini globulari.

Tuttavia, secondo l'anonimo commentatore dell'Economist, il lavoro in discorso presenterebbe diversi punti deboli. In primo luogo, i BL artificiali prodotti vivrebbero per soli 30 ms dopo che la fonte d'emissione delle microonde cessa di funzionare. Inoltre, questi BL da laboratorio diventerebbero luminosi per l'eccitazione degli atomi dei materiali vaporizzati piuttosto che per dei processi d'ossidazione.

Infine, il modello proposto, che prende le mosse dal lavoro di Abrahamson, non spiegherebbe come i BL possano penetrare attraverso vetri di finestre o altri oggetti solidi, come parecchi testimoni casuali riferiscono.

Chi ha scritto il pezzo per The Economist pare propendere semmai per qualche meccanismo di tipo laser. In particolare, è menzionata l'idea di Peter Handel, dell'Università del Missouri. Molecole di acqua presenti nell'aria ed eccitate emetterebbero microonde che stimolerebbero l'ulteriore produzione di microonde in quelle vicine. In circostanze adatte ciò porterebbe alla creazione di un'onda stazionaria di energia EM che farebbe diventare luminosa l'aria circostante. Il risultato finale, ancora una volta, sarebbe il fulmine globulare.

giovedì 27 marzo 2008

SPRITE DI PRIMAVERA!

Il 24 marzo intorno alle tre del mattino (01:58:45 UT) la postazione CIPH Smart Optical Sensors Observatory di San Lazzaro di Savena (BO) ha catturato il suo primo evento sprite di quest'anno, in prossimità del limite del suo campo di inquadratura, in direzione SSE.


Il gruppo di column sprites era presumibilmente legato alle celle temporalesche (purtroppo al di fuori del campo ripreso dalla videocamera) attive sull'Italia Centrale, che hanno portato a forti nevicate anche a bassa quota sulla Toscana Settentrionale.

il video

[Eurosprite ha segnalato, in inglese, questa osservazione sul proprio blog qui]

HESSDALEN A ROMA E A BOLOGNA: INCONTRI CON JADER MONARI

Presso l'associazione "L'angolo dell'avventura", Lungotevere Testaccio, 10, Roma - tel. 06 5754378, sabato 5 aprile, durante un incontro per la presentazione di un volume-reportage di Fabrizio Benigno, fotografo professionista, dedicato a IL SOLE DI MEZZANOTTE - NORVEGIA, Jader Monari, del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen, parlerà della piccola valle della Norvegia centrale famosa per le "luci" che vagherebbero nell'atmosfera, oltre che per la bellezza della sua natura.

Viste sin dai primi anni '80 del secolo scorso da centinaia di persone fra valligiani, turisti e curiosi ma soprattutto da ricercatori, da scienziati e tecnologi, queste "luci" si presentano come sfere a volte paragonabili a poco più di un'emissione di luminosità di varie dimensioni e differenti tonalità di colore, d'intensità modesta o intensa, lente o saettanti... Caratteristiche che, unite all'imprevedibilità della comparsa, rendono difficile la comprensione della loro natura.

Monari ha partecipato ad una decina di missioni nella valle di Hessdalen, iniziate alla fine degli anni '90 con il protocollo di collaborazione italo-norvegese denominato EMBLA2000 instaurato fra il norvegese Østfold University College e l'Istituto di Radioastronomia del CNR di Bologna. Lo studioso è tuttora impegnato nella progettazione, realizzazione ed installazione della strumentazione messa in campo dal Project Hessdalen, animato da Erling Strand e da Bjørn Gitle Hauge (Østfold University College) e dal Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen.

L'incontro romano di Jader Monari precederà una conferenza-relazione pubblica che si svolgerà, sempre a cura di "L'angolo dell'avventura", sede di Bologna, a Borgo Panigale (BO) il 18 aprile, con inizio alle ore 21,00 presso la Sala Polivalente, che si trova in via Marco Emilio Lepido 25/3 - Quartiere Borgo Panigale.

mercoledì 26 marzo 2008

LA TV FRANCESE CANAL+ SI OCCUPA DELLA RICERCA SUI FENOMENI DI HESSDALEN

Nel corso della trasmissione "INVESTIGATION" dell’emittente francese Canal+, andata in onda il 17 marzo 2008, con il servizio "Les militaires et les OVNIs", i giornalisti Patrice des Mazery e Michel Despratx hanno dedicato largo spazio al lavoro ed alla filosofia dell'ente pubblico francese GEIPAN, diretto da Jacques Patenet presso il "Centre National d’études spatiales" (CNES) di Tolosa ed alla ricerca italo-norvegese sul fenomeno delle luci di Hessdalen.
Il GEIPAN è l'unico ente statale in Europa ad occuparsi di ciò che i francesi chiamano PANs (Fenomeni Aerei Non-identificati), quelli che il pubblico conosce meglio come UFO.

Il Comitato di Controllo del GEIPAN, diretto da Yves Sillard, già all'inizio della trasmissione ha proposto - tra le altre cose - l'idea di collaborare in futuro con realtà di studio quali il Project Hessdalen.

Nonostante si sia trattato di una trasmissione incentrata sulle testimonianze di piloti e di militari, una gran parte di essa è stata dedicata ad un servizio realizzato ad Hessdalen in occasione del campo scientifico organizzato da Bjorn Gitle Hauge, tecnologo del Project Hessdalen, e da una missione italiana di manutenzione della cosiddetta “Blue Box”, missione svoltasi nel settembre 2007 e che è stata gestita da Jader Monari, tecnologo dei Radiotelescopi di Medicina (Bologna).

Nel servizio Erling Strand, fondatore del Project Hessdalen negli anni '80 del secolo scorso, ha mostrato le attrezzature che sono state collocate ad Hessdalen grazie al gruppo italiano di tecnologi coordinato da Stelio Montebugnoli, responsabile della Stazione Radioastronomica di Medicina, e dal CIPH.
Strand non ha fatto ipotesi sulle “luci” anche se a suo parere il fenomeno presenta diversi aspetti e non può essere ricondotto ad altri fenomeni come le aurore boreali o Northern Lights.
Dato che lo spettrogramma di una luce è stato rilevato proprio durante il campo scientifico dagli studenti dell'Østfold College coordinati da Hauge, la trasmissione ha presentato l'ipotesi secondo cui i dati raccolti dal radar costruito e installato dal gruppo di Stelio Montebugnoli sarebbero da ricondursi al fenomeno immortalato con foto in abbinamento con lo spettrogramma.

da sinistra: Erling Strand, Peder Skogaas e Bjørn Gitle Hauge


Ha fatto seguito un’intervista a Jader Monari realizzata presso i Radiotelescopi di Medicina. Monari ha insistito sull'importanza dell’approccio strumentale per definire meglio la ricerca scientifica sui fenomeni.

Jader Monari


Infine è stato intervistato l'astrofisico e divulgatore scientifico Massimo Teodorani, che partecipò alle prime missioni in Norvegia e che ha formulato l'ardita ipotesi secondo la quale le luci di Hessdalen sarebbero come delle “stelle in miniatura”.

Potete seguire il programma “Les militaires et les OVNIs” a questo link:
http://ovnis-usa.com/quand-larmee-enquete/

riferimento diretto ad Hessdalen

UN MODELLO GENERALE PER VARI TIPI DI FULMINI

Il 23 marzo 2008 la rivista Nature Geoscience ha pubblicato un lavoro intitolato Upward electrical discharges from thunderstorms. Esso è dovuto a Paul R. Krehbiel ed Harald E. Edens, del Dipartimento di Fisica della New Mexico Tech di Socorro, a Jeremy A. Riousset e Victor P. Pasko del CSSL Laboratory della Pennsylvania State University, a Ronald J. Thomas e William Rison, dell'Electrical Engineering Department ancora della New Mexico Tech e ad un altro studioso del Nuovo Messico, Mark A. Stanley.
L'abstract dell'articolo è accessibile all'url:
mentre una presentazione del lavoro è apparsa sul sito della rivista New Scientist alla pagina:
Nello studio, gli Autori focalizzano la loro attenzione sulle scariche elettriche atmosferiche di tipo ascendente, in particolare sui blue jets e sui gigantic jets. Causa e natura delle scariche ascendenti, al contrario di quanto avviene ormai per i vari tipi di scariche infranuvole e nuvole-suolo, rimangono un problema scientifico.
A tal proposito, viene dunque offerto un modello che combina risultati osservativi e modellazioni. Il modello indica due modi principali in cui si produrrebbero le scariche ascendenti.

Le modellazioni al computer fanno ritenere che i blue jets costituiscano il risultato di una scarica disruptiva fra le cariche superiori del temporale e le cariche filtrate attratte verso la sommità delle nubi. Il modello prevede che essi si verifichino non più di 10 secondi dopo che una scarica nube-suolo o una di tipo infranuvole abbia prodotto un improvviso sbilanciamento di carica nel temporale. A corredo del modello sono fornite delle osservazioni che lo sostengono.
I gigantic jets, invece, prenderebbero avvio come normali scariche infranuvole che si verificano tra cariche poste ad un'altezza media e cariche filtrate ed impoverite, poste più in alto, che continuerebbero a propagarsi sopra la sommità del temporale. Il sostegno a questo modello proveniente da dati osservativi si richiama alle somiglianze con le scariche "a ciel sereno" ed ai dati disponibili circa la polarità dei gigantic jets.
La conclusione è che le scariche ascendenti sarebbero un analogo dei fulmini nube-suolo.

Il punto, ha spiegato Jeremy Riousset, è che le teorie precedenti si trovavano in difficoltà nello spiegare come mai i fulmini possano fuoriuscire dalle nubi riuscendo a liberarsi dagli strati carichi che le caratterizzano. Il problema più grosso, sotto questo profilo, era costituito proprio dall'esistenza di quell'anomalia rappresentata dalle scariche di tipo ascendente.

Il modello di Riousset mostra che quando gli strati di cariche positive e negative presenti nella nuvola si ridistribuiscono, si creano le condizioni necessarie per la fuoriuscita dei fulmini da essa, grazie ad un'amplificazione della differenza di potenziale fra gli strati.

La "direzione" di questa fuga dipende dal modo in cui le cariche sono distribuite all'inizio nella nube, dalla loro intensità ed anche dal fatto che le cariche si muovono verso l'alto più liberamente di quanto non facciano verso il basso.

In realtà, gli stessi fulmini "a ciel sereno", assai più comuni di quanto non si pensi, sarebbero delle scariche ascendenti reinstradate verso il basso dalle cariche che si allineano lungo i lati delle nubi. Possono colpire il suolo sino a più di 40 km dal temporale in cui si generano.

Quanto ai meccanismi di redistribuzione delle cariche, uno fra essi sarebbe connaturato all'altezza rispetto al suolo in cui si trovano. Si ritiene infatti che le cariche si dissipino a ritmi differenti in funzione della loro quota. In più, i fulmini infranuvole spostano le cariche all'interno delle nubi e quelli nube-suolo le rimuovono conducendole verso la terra Tutti i meccanismi di ridistribuzione funzionano perciò come delle fonti di disturbo per le cariche, creando le condizioni per il generarsi delle curiose scariche ascendenti.
I modelli al computer presentati, infine, si propongono anche la possibilità di prevedere quali tipi di scariche un temporale genererà: nube-suolo, ascendenti, "a ciel sereno" e così via.

venerdì 21 marzo 2008

TLE: REGISTRATI EVENTI [SPRITE] IN ISRAELE

Il team della Imaging of Lightning And Nocturnal flashes, ILAN, dell'Università di Tel Aviv, Israele, diretto da Colin Price (Department of Geophysics and Planetary Science) e Yoav Yair (Center for Technology in Distance Education Open University of Israel) informa della registrazione di due eventi TLE (Transient Luminous Event, eventi luminosi transitori).
Roy Yaniv, Michael Ganot e Naama Reicher
alle ore 02:56:51.250 locali del 13 marzo 2008, documentavono un evento ELVE e lo stesso gruppo alle ore 04:04:46.093, sempre locale, un evento SPRITE. Eventi che sono seguiti a quelli registrati il mese scorso, l' 11 febbraio 2008.
Su queste pagine ci siamo poi occupati delle osservazioni del team ILAN nelle news del 26 dicembre scorso.

Il team israeliano ha iniziato la sua attività con un importante progetto denominato MEIDEX (Mediterranean Israeli Dust Experiment) che prevedeva tra l'altro l'uso di strumentazione nel campo ottico a bordo di uno Shuttle durante la missione Columbia. Responsabile della strumentazione a bordo del volo STS-107, iniziato 1l 16 gennaio 2003, come specialista del carico utile dell'Agenzia Spaziale Israeliana, era il colonnello Ilan Ramon il quale il giorno 19 gennaio, durante l'orbita numero 44 poteva registrare le immagini di un "elve" (folletto). A seguire verranno registrati vari "sprites" (spruzzi) che assieme agli "elves" rappresentavano i fenomeni elusivi dell'alta atmosfera documentati per la prima volta pochi anni prima.
Tra le varie immagini, una coinvolgeva anche lo spazio sopra il nord Italia durante l'orbita 239 della stazione spaziale.
I ricercatori potranno, dal quel momento, disporre un totale di circa 7 ore di video registrazioni con alcune decine di TLE registrati

Come si ricorderà la missione spaziale STS-107 ebbe un drammaticissmo epilogo il I° febbraio con la disintegrazione in fase di atterraggio del laboratorio spaziale e la morte dei sette componenti l'equipaggio. All'astronuata israeliano, il gruppo di ricerca dell'Università di Tel Aviv ha voluto dedicare le proprie ricerche ricordando nell'acronimo usato per denominare il team "
Imaging of Lightning And Nocturnal flashes", il nome dell'astronauta Ramon: Ilan.

ELVE e SPRITE: vedi scheda

lunedì 17 marzo 2008

AURORE DURANTE TUTTO L'ARCO DEL GIORNO

Lo scienziato Jim Spann, che sviluppa sistemi ad ultravioletti montati su satelliti presso il Marshall Space Flight Center della NASA, che si trova a Madison County, in Alabama, pochi giorni fa ha attirato l’attenzione sul fatto che le Aurore Boreali possono essere "viste" per tutto l’arco delle ventiquattr’ore, anche in pieno giorno, se le si cattura sulla giusta lunghezza d'onda.
Osservazioni dallo spazio verso la Terra hanno messo in rilievo che ciò è possibile con l’impiego di particolari filtri per radiazioni ultraviolette.
L'estensione del fenomeno era già stata rilevata dodici anni dalla NASA sopra la regione polare ad una distanza dalla Terra di 57.000 km. Fu allora che si ebbe la sorpresa di scoprire che attraverso filtri UV le aurore erano visibili praticamente senza interruzioni.
Ora cinque satelliti THEMIS equipaggiati con appositi sensori stanno tracciando una mappa del complesso flusso crescente e decrescente di particelle e di campi della magnetosfera terrestre.

[fonte: Phillips, Tony, Auroras in Broad Daylight, 6 marzo 2008, disponibile all'url:
http://science.nasa.gov/headlines/y2008/06mar_polar.htm?list1085368]

martedì 11 marzo 2008

ALTRI TESTIMONI DELLE PRESUNTE EQL INGLESI DEL 27 FEBBRAIO 2008

Il 4 marzo scorso su questo blog era stato pubblicato un post in cui si riferivano notizie di stampa circa presunti fenomeni aerei luminosi di tipo molto diverso fra loro visti da due abitanti della città inglese di Louth proprio durante la scossa sismica che ha colpito il Lincolnshire il 27 febbraio.
L'11 marzo, sotto il titolo "More Earthquake Light Sightings", come si può leggere all'url:
il giornalista Charles Ladbrook, del quotidiano locale Louth Leader, ha rese pubbliche altre due segnalazioni pervenute da lettori che ritengono di esser stati anche loro testimoni casuali delle supposte EQL, o luci sismiche.
A Manby, paesino situato circa otto chilometri ad est di Louth, una donna svegliatasi per la scossa avrebbe visto mentre ancora la terra tremava dei "lampi intensi come se qualcuno ammiccasse con gli abbaglianti dell'auto contro la sua finestra".
Un uomo di Sutton-in-Ashfield, cittadina che si trova molto più ad ovest, nella contea del Nottinghamshire, ha invece detto di aver visto tre lampi consecutivi, simili a quelli dei fulmini, pochi minuti dopo la scossa. I suoi vicini pensavano che si trattasse di qualche torcia elettrica, ma lui è convintissimo che fosse qualcosa di paragonabile a dei fulmini.

lunedì 10 marzo 2008

NUOVA STRUMENTAZIONE DI REGISTRAZIONE SEGNALI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA IN ATMOSFERA

Dal report di Cristiano Fidani inoltrato al CIPH-SOSO il 10 marzo 2008
Dal 12 febbraio di quest'anno è attivo anche a Perugia un sistema di registrazione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza in atmosfera. Questa iniziativa è stata intrapresa dal dott. Cristiano Fidani (*), studioso della fisica dei terremoti, attualmente collaboratore dell'Università di Perugia nella ricerca degli effetti sulla ionosfera dei fenomeni tellurici.
L'iniziativa è stata motivata dalla mancanza di studi approfonditi dei molti fenomeni elettrici che avvengono in atmosfera e che sono stati osservati in concomitanza con i maggiori terremoti in ogni regione della terra. Obiettivo dell'iniziativa è determinare, se esistono, delle caratteristiche peculiari dei segnali elettrici associati ai fenomeni sismici.
Questo studio è assai antico e risale alla metà del diciottesimo secolo. Esso si sviluppò fortemente in Italia perché durate il 1700 il nostro paese fu ripetutamente colpito da terremoti catastrofici e furono registrate innumerevoli manifestazioni riconducibili all'elettricità atmosferica; d'altra parte l'ambiente scientifico italiano dopo la rivoluzione illuminista costituì un fertile terreno su cui queste ricerche poterono attecchire. Uno dei primissimi ad indagare i fenomeni elettrici in atmosfera, Padre Andrea Bina, fu anche l'ideatore del primo sismografo proprio a Perugia (info: qui).
Le ricerche moderne hanno messo in evidenza la difficoltà di spiegare tali fenomeni attraverso sorgenti elettromagnetiche poste nel sottosuolo. Infatti, le caratteristiche di forte assorbimento elettromagnetico della crosta terrestre sembrano impedire la trasmissione di campi elettromagnetici dalla zona ipocentrale alla superficie se non in particolari condizioni. Inoltre, recenti risultati nello studio di perturbazioni a bassisima frequenza, che dovrebbero essere poco attenuate dalla crosta terrestre, hanno rimesso in dubbio la registrazione che costituisce uno degli esempi più eclatanti di queste misure (info: qui).
Si sono sviluppate, parallelamente alle prime, delle ipotesi sul flusso di gas e cariche eletttriche migranti verso la superficie dalla regione ipocentrale, che offrono nuove possibilità di generazione di segnali elettromagnetici. Ad esempio, il gas Radon in atmosfera produce ionizzazione e questa può dar luogo a scariche elettriche e trasformarsi in una sorgente elettromagnetica su un ampio spettro di frequenze.
Da tali considerazioni sembra possibile ripensare ai fenomeni elettromagnetici associati ai terremoti come verificantesi anche in atmosfera, per questo può essere utile uno studio del campo elettrico su ampio spettro.
Lo strumento attivo a Perugia è capace di monitorare lo spettro elettromagnetico, con maggiore sensibilità sulla componente elettrica, fra 4Hz e 2700Hz. Esso registra su due canali l'ampiezza delle polarizzazioni del campo elettrico approssimativamente nelle direzioni est-ovest e nord sud, con una frequenza di campionamento di 5512Hz a 16bit e ne salva gli spettrogrammi in un hard disk.
La sua attivazione è seguita ad un periodo di circa tre mesi di sperimentazione nel sito di Perugia e in base all'esperienza maturata dall'autore con un altro strumento costruito nelle Marche e in funzione 24 ore su 24 da più di un anno nella zona di Fermo.

(*) Cristiano Fidani è l'autore del volume Ipotesi sulle anomalie elettromagnetiche associate ai terremoti (2005)

NUOVA TEORIA SUI TRANSIENT LUNAR PHENOMENA

La notizia è recente e risale al luglio dello scorso anno: l'astronomo Arlin Crotts, che svolge la sua attività presso la Columbia University, ha annunciato una soluzione per un mistero vecchio di secoli: i TLP.
Si tratta di strani lampi osservati otticamente sulla superficie lunare, spesso ripresi anche in fotografie astronomiche, che si presentano come rapidi cambi di luminosità e macchie colorate di dimensioni di qualche chilometro per una durata anche di diversi minuti.
Questi fenomeni sono stati oggetto di grandi discussioni, riguardo la loro stessa esistenza, prima ancora che sulle loro cause.
Crotts ha trovato una forte correlazione statistica tra TLP ed eventi di fuoriuscita di gas (outgassing), dalla superficie della Luna.
Uno dei fattori chiave di questo processo potrebbe essere il gas radon, riguardo al quale si annunciano come particolarmente interessanti nel futuro gli studi futuri circa le caratteristiche di questi gas lunari.
Per arrivare a questa ipotesi Crotts si è affidato ai dati di diverse missioni spaziali ( NASA Apollo 15 del 1971, Lunar Prospector 1998, ecc.) dalle cui analisi ha rilevato importanti somiglianze tra le caratteristiche delle fuoriuscite di gas ed i punti sulla Luna nei quali i TLP sono stati segnalati.
Assieme ai suoi collaboratori, i professori Paul Hickson e Thomas Pfrommer, recentemente Crotts ha costruito un videocamera automatizzata presso l'osservatorio di Cerro Tololo, che si trova a nord del Cile.
Questo strumento scandaglierà la superficie lunare per registrare i TLP e riprodurre una mappa della loro distribuzione, allo scopo di poter superare i limiti degli errori percettivi in fase di osservazione, la casualità delle osservazioni stesse e l'insufficienza di dati utili.

NOTE

Poratta David, "Columbia Astronomer Offers New Theory Into 400-year-old Lunar Mystery", 27 giugno 2007, disponibile all'URL http://www.columbia.edu/cu/news/07/06/lunar.html
A proposito degli studi di Arlin Crotts (e-mail: arlin@astro.columbia.edu) su TLP e fuoriuscite di gas vedi:
e anche