giovedì 27 marzo 2008

SPRITE DI PRIMAVERA!

Il 24 marzo intorno alle tre del mattino (01:58:45 UT) la postazione CIPH Smart Optical Sensors Observatory di San Lazzaro di Savena (BO) ha catturato il suo primo evento sprite di quest'anno, in prossimità del limite del suo campo di inquadratura, in direzione SSE.


Il gruppo di column sprites era presumibilmente legato alle celle temporalesche (purtroppo al di fuori del campo ripreso dalla videocamera) attive sull'Italia Centrale, che hanno portato a forti nevicate anche a bassa quota sulla Toscana Settentrionale.

il video

[Eurosprite ha segnalato, in inglese, questa osservazione sul proprio blog qui]

HESSDALEN A ROMA E A BOLOGNA: INCONTRI CON JADER MONARI

Presso l'associazione "L'angolo dell'avventura", Lungotevere Testaccio, 10, Roma - tel. 06 5754378, sabato 5 aprile, durante un incontro per la presentazione di un volume-reportage di Fabrizio Benigno, fotografo professionista, dedicato a IL SOLE DI MEZZANOTTE - NORVEGIA, Jader Monari, del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen, parlerà della piccola valle della Norvegia centrale famosa per le "luci" che vagherebbero nell'atmosfera, oltre che per la bellezza della sua natura.

Viste sin dai primi anni '80 del secolo scorso da centinaia di persone fra valligiani, turisti e curiosi ma soprattutto da ricercatori, da scienziati e tecnologi, queste "luci" si presentano come sfere a volte paragonabili a poco più di un'emissione di luminosità di varie dimensioni e differenti tonalità di colore, d'intensità modesta o intensa, lente o saettanti... Caratteristiche che, unite all'imprevedibilità della comparsa, rendono difficile la comprensione della loro natura.

Monari ha partecipato ad una decina di missioni nella valle di Hessdalen, iniziate alla fine degli anni '90 con il protocollo di collaborazione italo-norvegese denominato EMBLA2000 instaurato fra il norvegese Østfold University College e l'Istituto di Radioastronomia del CNR di Bologna. Lo studioso è tuttora impegnato nella progettazione, realizzazione ed installazione della strumentazione messa in campo dal Project Hessdalen, animato da Erling Strand e da Bjørn Gitle Hauge (Østfold University College) e dal Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen.

L'incontro romano di Jader Monari precederà una conferenza-relazione pubblica che si svolgerà, sempre a cura di "L'angolo dell'avventura", sede di Bologna, a Borgo Panigale (BO) il 18 aprile, con inizio alle ore 21,00 presso la Sala Polivalente, che si trova in via Marco Emilio Lepido 25/3 - Quartiere Borgo Panigale.

mercoledì 26 marzo 2008

LA TV FRANCESE CANAL+ SI OCCUPA DELLA RICERCA SUI FENOMENI DI HESSDALEN

Nel corso della trasmissione "INVESTIGATION" dell’emittente francese Canal+, andata in onda il 17 marzo 2008, con il servizio "Les militaires et les OVNIs", i giornalisti Patrice des Mazery e Michel Despratx hanno dedicato largo spazio al lavoro ed alla filosofia dell'ente pubblico francese GEIPAN, diretto da Jacques Patenet presso il "Centre National d’études spatiales" (CNES) di Tolosa ed alla ricerca italo-norvegese sul fenomeno delle luci di Hessdalen.
Il GEIPAN è l'unico ente statale in Europa ad occuparsi di ciò che i francesi chiamano PANs (Fenomeni Aerei Non-identificati), quelli che il pubblico conosce meglio come UFO.

Il Comitato di Controllo del GEIPAN, diretto da Yves Sillard, già all'inizio della trasmissione ha proposto - tra le altre cose - l'idea di collaborare in futuro con realtà di studio quali il Project Hessdalen.

Nonostante si sia trattato di una trasmissione incentrata sulle testimonianze di piloti e di militari, una gran parte di essa è stata dedicata ad un servizio realizzato ad Hessdalen in occasione del campo scientifico organizzato da Bjorn Gitle Hauge, tecnologo del Project Hessdalen, e da una missione italiana di manutenzione della cosiddetta “Blue Box”, missione svoltasi nel settembre 2007 e che è stata gestita da Jader Monari, tecnologo dei Radiotelescopi di Medicina (Bologna).

Nel servizio Erling Strand, fondatore del Project Hessdalen negli anni '80 del secolo scorso, ha mostrato le attrezzature che sono state collocate ad Hessdalen grazie al gruppo italiano di tecnologi coordinato da Stelio Montebugnoli, responsabile della Stazione Radioastronomica di Medicina, e dal CIPH.
Strand non ha fatto ipotesi sulle “luci” anche se a suo parere il fenomeno presenta diversi aspetti e non può essere ricondotto ad altri fenomeni come le aurore boreali o Northern Lights.
Dato che lo spettrogramma di una luce è stato rilevato proprio durante il campo scientifico dagli studenti dell'Østfold College coordinati da Hauge, la trasmissione ha presentato l'ipotesi secondo cui i dati raccolti dal radar costruito e installato dal gruppo di Stelio Montebugnoli sarebbero da ricondursi al fenomeno immortalato con foto in abbinamento con lo spettrogramma.

da sinistra: Erling Strand, Peder Skogaas e Bjørn Gitle Hauge


Ha fatto seguito un’intervista a Jader Monari realizzata presso i Radiotelescopi di Medicina. Monari ha insistito sull'importanza dell’approccio strumentale per definire meglio la ricerca scientifica sui fenomeni.

Jader Monari


Infine è stato intervistato l'astrofisico e divulgatore scientifico Massimo Teodorani, che partecipò alle prime missioni in Norvegia e che ha formulato l'ardita ipotesi secondo la quale le luci di Hessdalen sarebbero come delle “stelle in miniatura”.

Potete seguire il programma “Les militaires et les OVNIs” a questo link:
http://ovnis-usa.com/quand-larmee-enquete/

riferimento diretto ad Hessdalen

UN MODELLO GENERALE PER VARI TIPI DI FULMINI

Il 23 marzo 2008 la rivista Nature Geoscience ha pubblicato un lavoro intitolato Upward electrical discharges from thunderstorms. Esso è dovuto a Paul R. Krehbiel ed Harald E. Edens, del Dipartimento di Fisica della New Mexico Tech di Socorro, a Jeremy A. Riousset e Victor P. Pasko del CSSL Laboratory della Pennsylvania State University, a Ronald J. Thomas e William Rison, dell'Electrical Engineering Department ancora della New Mexico Tech e ad un altro studioso del Nuovo Messico, Mark A. Stanley.
L'abstract dell'articolo è accessibile all'url:
mentre una presentazione del lavoro è apparsa sul sito della rivista New Scientist alla pagina:
Nello studio, gli Autori focalizzano la loro attenzione sulle scariche elettriche atmosferiche di tipo ascendente, in particolare sui blue jets e sui gigantic jets. Causa e natura delle scariche ascendenti, al contrario di quanto avviene ormai per i vari tipi di scariche infranuvole e nuvole-suolo, rimangono un problema scientifico.
A tal proposito, viene dunque offerto un modello che combina risultati osservativi e modellazioni. Il modello indica due modi principali in cui si produrrebbero le scariche ascendenti.

Le modellazioni al computer fanno ritenere che i blue jets costituiscano il risultato di una scarica disruptiva fra le cariche superiori del temporale e le cariche filtrate attratte verso la sommità delle nubi. Il modello prevede che essi si verifichino non più di 10 secondi dopo che una scarica nube-suolo o una di tipo infranuvole abbia prodotto un improvviso sbilanciamento di carica nel temporale. A corredo del modello sono fornite delle osservazioni che lo sostengono.
I gigantic jets, invece, prenderebbero avvio come normali scariche infranuvole che si verificano tra cariche poste ad un'altezza media e cariche filtrate ed impoverite, poste più in alto, che continuerebbero a propagarsi sopra la sommità del temporale. Il sostegno a questo modello proveniente da dati osservativi si richiama alle somiglianze con le scariche "a ciel sereno" ed ai dati disponibili circa la polarità dei gigantic jets.
La conclusione è che le scariche ascendenti sarebbero un analogo dei fulmini nube-suolo.

Il punto, ha spiegato Jeremy Riousset, è che le teorie precedenti si trovavano in difficoltà nello spiegare come mai i fulmini possano fuoriuscire dalle nubi riuscendo a liberarsi dagli strati carichi che le caratterizzano. Il problema più grosso, sotto questo profilo, era costituito proprio dall'esistenza di quell'anomalia rappresentata dalle scariche di tipo ascendente.

Il modello di Riousset mostra che quando gli strati di cariche positive e negative presenti nella nuvola si ridistribuiscono, si creano le condizioni necessarie per la fuoriuscita dei fulmini da essa, grazie ad un'amplificazione della differenza di potenziale fra gli strati.

La "direzione" di questa fuga dipende dal modo in cui le cariche sono distribuite all'inizio nella nube, dalla loro intensità ed anche dal fatto che le cariche si muovono verso l'alto più liberamente di quanto non facciano verso il basso.

In realtà, gli stessi fulmini "a ciel sereno", assai più comuni di quanto non si pensi, sarebbero delle scariche ascendenti reinstradate verso il basso dalle cariche che si allineano lungo i lati delle nubi. Possono colpire il suolo sino a più di 40 km dal temporale in cui si generano.

Quanto ai meccanismi di redistribuzione delle cariche, uno fra essi sarebbe connaturato all'altezza rispetto al suolo in cui si trovano. Si ritiene infatti che le cariche si dissipino a ritmi differenti in funzione della loro quota. In più, i fulmini infranuvole spostano le cariche all'interno delle nubi e quelli nube-suolo le rimuovono conducendole verso la terra Tutti i meccanismi di ridistribuzione funzionano perciò come delle fonti di disturbo per le cariche, creando le condizioni per il generarsi delle curiose scariche ascendenti.
I modelli al computer presentati, infine, si propongono anche la possibilità di prevedere quali tipi di scariche un temporale genererà: nube-suolo, ascendenti, "a ciel sereno" e così via.